L'ormai ex Comandante della polizia di Locarno non nasconde l'amarezza per l'addio e si toglie qualche sassolino dalla scarpa
LOCARNO - Una certa dose di amarezza e qualche sassolino tolto dalla scarpa. L’ormai ex Comandante della polizia di Locarno Dimitri Bossalini, non nasconde i propri sentimenti nel commentare la fine del rapporto di lavoro la Città, annunciato ieri dopo aver raggiunto un accordo consensuale con il Municipio. Bossalini ne ha parlato in un’intervista concessa alla Regione.
“L’idea che mi ha spinto a lasciare - spiega è quella di ridare un po’ di tranquillità al Corpo. Quel che il Municipio ha sottolineato nel suo comunicato stampa rispetto agli obiettivi che mi ero posto come comandante corrisponde a ciò che abbiamo fatto in 6 anni. Come ho appena scritto ai miei agenti, resta l’amaro in bocca per non aver potuto raggiungere alcuni obiettivi che avevo in testa”.
L’addio, racconta, scaturisce in lui sentimenti altalenanti: “Da una parte mi scarico di un peso che ho sul cuore, anche perché la faccenda di mio figlio ha aumentato la pressione su di me. Sottolineo a questo proposito che per me all’interno del Corpo è sempre stato un soggetto come chiunque altro, anche se qualcuno ha cercato di far credere il contrario. Mi spiace molto per i capigruppo, che lascio in una situazione psicologica non bella. D’altro canto loro sanno che a un certo punto c’è un limite oltre il quale non puoi continuare a spendere le energie”.
“Una scelta certamente dolorosa ma mia”, prosegue nel racconto al quotidiano bellinzonese. “A un certo punto - aggiunge - bisogna chiedersi cosa si può ancora dare nelle condizioni politiche e mediatiche in cui ci si trova. Diventa estremamente difficile continuare a garantire al Corpo la tranquillità di conduzione necessaria per realizzare i progetti che erano stati pianificati. (…). Purtroppo qualcuno mi ha attaccato in modo virulento, usando la strumentalizzazione come mezzo. Mi spiace anche per il mio ex capodicastero Zanchi, che ha sempre agito dettato da buone intenzioni ma probabilmente ha peccato d’ingenuità, causata dalla mancanza di esperienza. Lo devo dire: sono estremamente deluso dai partiti, ma dall’altra parte mi solleva molto aver ricevuto maggiori attestati di stima e vicinanza oggi che me ne vado rispetto a quando ero stato nominato al Comando”.
Lo sfogo contro la politica vivere reiterato anche in un altro passaggio dell’intervista: “Purtroppo sono subentrate tensioni partitiche dettate da schemi che vogliono essere cambiati in vista, credo, delle prossime elezioni comunali. C’è gente che ha purtroppo preso ogni spunto possibile per mettere alla berlina prima il mio capodicastero, poi il sottoscritto. Da questo discorso vorrei escludere il Municipio come collegio, perché tutti e 7 i singoli municipali mi hanno trasmesso stima e vicinanza fino all’ultimo. Capisco anche che a un certo punto, dopo quasi 9 mesi di tensioni, non potevano esimersi dal sedersi con me per chiedersi cosa fosse giusto fare”.
Ma si rimprovera qualcosa? “Non ho indicazioni oggettive di aver commesso particolari errori “macro” e non mi faccio quindi delle colpe. A volte, come succede in tutti i contesti lavorativi, qualcosa è andato storto e ho corretto il tiro in corsa. Ma continuo a credere nella strada che ho tracciato e nell’impostazione che ho dato al Corpo. Da questo punto di vista non ho niente da rimproverarmi perché rispetto al passato ho dato una svolta radicale a livello di approccio. È evidente che non tutti mi hanno seguito e, supportati dall’esterno, hanno deciso di farmi danno, riuscendoci. Quanto agli altri, che sono la maggioranza, mi spiace moltissimo per loro. Quando un comandante lascia la nave è sempre una cosa molto pesante, perché non è più nelle condizioni di servire per supportare”.