POLITICA E POTERE
Marchesi e la legge sul clima: “Da sogno diverrà presto un costoso e pericoloso incubo”
“Votando No si potrà invece continuare con una politica energetica pragmatica, che ci ha permesso di ridurre del 30% dal 1990 a oggi le emissioni procapite di CO2, evitando ideologiche leggi che metteranno economicamente in ginocchio il Paese”
TiPress/Massimo Piccoli

di Piero Marchesi *

Il prossimo 18 giugno il popolo svizzero non potrà salvare i ghiacciai; la loro riduzione avverrà indipendentemente dall’esito della votazione. Votando No alla Legge sul clima, detta anche Legge divoratrice di elettricità, potremo però evitare di mettere in pericolo l’approvvigionamento elettrico del paese e scongiurare un’esplosione dei costi energetici per cittadini e PMI.

D’altronde non lo dice l’UDC, lo attesta uno studio del Politecnico federale che con l’Empa, ha stimato che i costi annui per l’energia, che oggi si attestano a circa 3.000 franchi pro capite, potrebbero aumentare fino a 9.600. Anche per quanto riguarda la sicurezza dell’approvvigionamento faremmo un salto nel vuoto, perché per ridurre del 64% le emissioni di CO2 nel periodo 2031-2040 e arrivare all’annullamento entro il 2050 - la cosiddetta decarbonizzazione - dovremmo sostituire con l’elettricità il 60% dell’energia che oggi fa funzionare il paese, ovvero il carbon fossile sotto forma di gas, benzina e diesel. In sintesi, bisognerà passare quanto prima alla mobilità elettrica, vietando le auto e i camion a benzina e diesel e sostituire il 65% degli impianti di riscaldamento del paese, che sono a olio combustibile, con termopompe o altri sistemi, che di energia elettrica ne richiederanno moltissima.

Secondo l’Ufficio dell’energia, necessiteremo del 70% in più di elettricità, energia che già oggi scarseggia e che faticheremo a produrre in patria, benché meno potremo importarla, visto che i paesi a noi vicini non sono messi meglio. Ma prima di affrontare tutto questo dovremo sostituire l’attuale energia elettrica prodotta dal nucleare con il rinnovabile, dove la sfida più importante sarà quello di immagazzinare l’energia da loro prodotta. Lo stesso studio del Politecnico federale stima che per mirare a una Svizzera decarbonizzata si dovranno tappezzare tutti gli stabili esistenti e molte montagne del paese per produrre l’energia elettrica con fotovoltaico e pale eoliche, si renderebbero necessarie 5 milioni di batterie come quelle montate sulla Tesla e la creazione di 17 ulteriori centrali di pompaggio da 1.500 gigawatt/ora per stoccarla durante il giorno e in estate, per poterla utilizzare di notte e d’inverno.

Il sogno di una Svizzera climaticamente neutrale, che ci stanno vendendo i sostenitori della Legge sul clima, si trasformerà presto in un costoso e pericoloso incubo. Votando No si potrà invece continuare con una politica energetica pragmatica, che ha permesso al nostro paese di ridurre del 30% dal 1990 a oggi le emissioni pro capite di CO2, evitando pericolose e ideologiche leggi che metteranno in ginocchio economicamente il paese.

 
* Consigliere nazionale UDC

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