"Ora i prezzi dell'elettricità esploderanno e la sicurezza dell'approvvigionamento sarà fortemente minacciata", sono convinti i democentristi, delusi anche dal sì alla legge Covid. "Non si firmi il tratto dell'OMS sulle pandemie"
BELLINZONA - L'UDC esce sconfitta dalle votazioni odierne, dato che era l'unico partito ticinese assieme alla Lega a essersi opposto alla legge sul clima ed anche a quella Covid. Quello inviato a corollario dei risultati è un comunicato duro, dove si teme una crisi energetica e si invita il Consiglio Federale di fatto a non abusare dei poteri che ora ha.
"Il Sì alla legge divoratrice di elettricità fa precipitare la Svizzera in una crisi energetica. Oltre all'esplosione dei costi, c'è la minaccia di una devastante penuria di elettricità. Pertanto, la questione relativa alla sostituzione delle centrali nucleari esistenti e la costruzione di nuove centrali nucleari dev’essere affrontata immediatamente. Altrimenti, la transizione energetica porterà il nostro Paese al collasso", si legge.
"A quanto pare, la propaganda apocalittica dei sostenitori ha avuto successo. Ora i prezzi dell'elettricità esploderanno e la sicurezza dell'approvvigionamento sarà fortemente minacciata. Durante la campagna il fronte favorevole ha promesso a più riprese che tale legge non avrebbe comportato alcun divieto e tanto meno un aumento dei costi. L’UDC Ticino si aspetta ora che tali promesse vengano mantenute. A maggior ragione se si considera che più del 40% della popolazione ha votato contro la legge divoratrice di elettricità", è l'augurio di un partito che "è stato l'unico, insieme alla Lega in Ticino, a opporsi alla legge divoratrice di elettricità, raccogliendo le preoccupazioni di parte della popolazione rispetto all’aumento vertiginoso dei costi energetici che questa transizione energetica comporterà e ponendosi nuovamente a difesa del potere d’acquisto dei cittadini svizzeri e ticinesi. L'alta percentuale di NO dimostra che l'UDC è stata in grado di conquistare voti ben oltre il proprio normale potenziale, soprattutto nel campo liberale. Mentre, ancora una volta, a pagare dazio saranno le valli e le zone rurali. La legge sul clima penalizzerà infatti gli abitanti delle zone discoste in modo maggiore rispetto agli abitanti delle città".
E adesso? "Ora tocca al Consiglio federale, alla maggioranza di centro-sinistra in Parlamento e alle associazioni imprenditoriali: è loro responsabilità garantire che la Svizzera abbia energia elettrica sufficiente in futuro senza distruggere il paesaggio con migliaia di pale eoliche e impianti solari. Non può e non deve accadere che gli abitanti delle zone rurali debbano ancora una volta subire le conseguenze delle politiche ideologiche e irrealistiche del centro-sinistra. Al fine di evitare il peggio è ora necessario rimuovere l’insensato divieto tecnologico all’interno della legge federale sull’energia e prevedere quanto prima la sostituzione delle centrali nucleari esistenti e, se necessario, la costruzione di nuove".
Per quanto concerne il sì alle legge Covid, "il Consiglio Federale ha una responsabilità: deve dimostrare di non abusare del suo potere antidemocratico e poco svizzero. Ma i cittadini devono restare vigili, perché si profilano già nuove restrizioni: il nuovo trattato sulle pandemie dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attualmente in fase di preparazione segreta. Un attacco frontale alla nostra sovranità. La Svizzera non dovrà firmarlo in nessun caso".
C'è invece soddisfazione per il sì all'imposizione minima OSCE e ai due temi cantonali.