"Quello che mi disturba, come cittadino più che come politico, è che ci hanno messo un anno e mezzo per arrivare a questa conclusione", ha commentato il sindaco di Lugano dopo aver appreso dei nuovi accertamenti richiesti dalla CARP
LUGANO - Il sindaco di Lugano Michele Foletti non ha ancora visto la decisione della CARP in merito ai nuovi accertamenti da predisporre sui fatti che hanno portato alla demolizione dell'ex Macello, ma non gli sono piaciuti i tempi, come ha spiegato al Corriere del Ticino.
"Quello che mi disturba, come cittadino più che come politico, è che ci hanno messo un anno e mezzo per arrivare a questa conclusione. Non si fa. Abbiamo le macerie ancora sotto sequestro, che quindi non possiamo spostare, e un progetto di riqualificazione di tutto il comparto dell’ex Macello che è pronto, ma non può partire", ha dichiarato. E sarebbe, ripete, un progetto per i giovani.
Il Macello tornerà al centro del dibattito, ipotizza, così come pensa che ci saranno manifestazioni. "In più, tutto il lavoro fatto nei mesi scorsi per imbastire un discorso sulla cultura "dal basso" e la necessità di nuovi spazi, rischia di andare sprecato", teme.
Da parte del CSOA, a caldo l'avvocato che lo rappresenta, Castelli, sostiene come i nuovi fatti confermano che l'inchiesta è stata carente.