"La parte di parco civico chiusa al pubblico è grande, senza che la cittadinanza sappia perché e per quanto. E anche questo ci lascia perplessi"
LUGANO – L'after party dell'evento Plan B Forum al Parco Ciani è stato "devastante". Non un modo di dire dei giovani, ma nel vero senso della parola. E il gruppo Verdi di Lugano fa scattare l'interrogazione al Municipio. "Si potrebbe pensare a un’installazione ardita per ricordare la perdurante guerra in Ucraina (che pure non giustificherebbe questo scempio). Invece sono semplicemente le tracce dello smantellamento di un tendone messo su per l’after party del recente Plan B Forum", si legge nel comunicato.
"O almeno così abbiamo subito pensato quel sabato, di fronte al quadro desolante di un parco devastato. Sappiamo da interventi passati come il Municipio possa mobilitare in un breve lasso di tempo, e anche in piena notte, mezzi da cantiere pesanti. Lì, pur trattandosi di un edificio abitato, ci si era richiamati acrobaticamente a un’ipotetica urgenza. Ma qui, dove stava la fretta? Perché smontare le strutture erette per il Plan B Forum sotto la pioggia e con il terreno zuppo d’acqua? Non si poteva aspettare un momento più propizio? Chiunque può prevedere che entrando con mezzi pesanti in un prato zuppo d’acqua, per di più a pochi metri dalla falda, lo si trasforma in un cumulo di fango. Il risultato, impressionante, è nella fotografia che apre l’interrogazione e in quelle allegate".
E ancora: "Abbiamo anche subito pensato che dietro il disastro ci potesse essere, banalmente, il proposito di risparmiare sui costi di noleggio, smontaggio e sgombero delle strutture montate per l’evento. E che forse, in questo clima di frenesia digitale, si sia immaginato che la natura – a maggior ragione quella già umanizzata di un parco – si potesse poi “resettare” con un click, magari certificando il miracoloso recupero con la tecnologia blockchain".
"Ora, a inizio settimana, vediamo che i lavori (protetti discretamente da una transennatura color verde) proseguono alacremente con rilevanti movimentazioni di terra, e ci facciamo ulteriori domande: si starà approfittando dell’infausta occasione per fare anche altri interventi? O la risistemazione post-party richiede ben di più di un appianamento del terreno sconvolto? Fatto sta che la parte di parco civico chiusa al pubblico è grande, senza che la cittadinanza sappia perché e per quanto. E anche questo ci lascia perplessi".
Alla luce di quanto esposto, ecco le domande sottoposte al Municipio:
In merito all’evento:
• sono state fatte delle perizie prima di organizzare tendoni per feste sul prato?
• perché si è utilizzato proprio il parco? Non esistevano alternative a impatto minore (e più adatte alla posa di strutture temporanee) a distanza ragionevole dal luogo del convegno?
• si può avere una panoramica precisa dei costi di questa festa techno? E di chi li ha assunti?
In merito allo smontaggio:
• L’articolo 6 dell’Ordinanza federale contro il deterioramento del suolo (RS 814.12) prescrive che «Chi costruisce un impianto, coltiva o sfrutta in altro modo il suolo deve scegliere e impiegare i veicoli, le macchine e gli apparecchi considerando le caratteristiche fisiche e l’umidità del suolo». La gestione dei parchi pubblici urbani non è toccata da queste sensate misure precauzionali?
• Perché si è intrapreso lo smontaggio in un periodo di nubifragi? Di chi è la responsabilità?
• È stata fatta una quantificazione dei danni? E c’è un’assicurazione che li copre?
• A quanto sono stimati i costi di ripristino del parco, comprensivi delle ore di lavoro del personale della Città?
• Sotto che voce troveremo poi questi costi a consuntivo?
Sui lavori in generale:
• Gli attuali interventi riguardano la semplice sistemazione post-party o questo disastro si incrocia, magari ostacolandoli, con altri interventi? (abbiamo notato all’altezza di via Lucchini un piccolo cantiere AIL).
• In ogni caso, non sarebbe opportuno informare la cittadinanza – anche solo con dei fogli appesi alle transenne – e scusarsi per il disagio?