Durissimo intervento del ministro leghista contro la maggioranza dei deputati abolizionisti: "Da voi frescacce di una pochezza indecente, scritte e sottoscritte in malafede"
BELLINZONA - Era l’intervento più atteso quello di Claudio Zali, nella giornata in cui il Gran Consiglio ha deciso l’abrogazione della tassa di collegamento (44 favorevoli, 42 contrari e 2 astenuti). Il Direttore del Dipartimento del Territorio, nelle scorse settimane, aveva infatti dato appuntamento nell’aula di Palazzo delle Orsoline a chi gli chiedeva di esprimere il suo pensiero sull’iniziativa popolare sostenuta dai partiti di centrodestra (PLR, Centro e UDC), volta a cancellare il balzello.
Zali, secondo prassi, ha preso la parola dopo l’intervento dei rappresentanti dei partiti. E lo ha premesso subito: “Il mio intervento a qualcuno non piacerà”. Il ministro leghista ha iniziato con sarcasmo, per poi concludere in un attacco ad alto tasso polemico verso la maggioranza abolizionista. “Gli interventi precedenti mi hanno messo di buon umore, anche se non dovrei esserlo”, ha esordito. Poi una stilettata al capogruppo UDC Sergio Morisoli, il quale aveva ricordato come diverse altre iniziative del passato, targate UDC e approvate dal popolo, non hanno trovato applicazione anche a causa del Governo, in primis il famigerato Decreto. “Morisoli, il suo nome è legato a tante cose che non funzionano. Peccato…”. Infine, il direttore del DT, nella sua introduzione ha citato la trilogia di Guerre Stellari di George Lucas. E vedremo alla fine perché.
Fatta la premessa, Zali è entrato nel merito di quelle che ha definito le “modalità surreali e un po’ grottesche dell’iter parlamentare e della discussione odierna”. Il Consigliere di Stato ha affrontato punto per punto le motivazioni della maggioranza anti-balzello, contestandole su tutta la linea. In particolare l’argomento che la legge sarebbe stata parzialmente applicata negli scorsi anni, senza risultati. Una legge o è o non è in vigore, non può esserlo de facto, come sostengono gli abolizionisti, ha tuonato Zali rimarcando come tra i sostenitori di questa tesi vi siano degli avvocati, cioè dei giuristi. E tra questi deputati avvocati c’è anche chi ha redatto alcuni dei ricorsi che erano stati presentati al Tribunale Federale contro la tassa: chissà se questa persona, si è chiesto Zali, voterà oggi pensando al popolo che lo ha eletto o ai suoi clienti. Parole di fuoco anche sulla presunta incostituzionalità della legge, evocata dalla maggioranza: se lo fosse davvero, ha spiegato il ministro, il TF non avrebbe respinto i ricorsi e non saremmo qui a parlarne.
“In quest’aula possiamo dire che la coerenza politica non è un virtù ma solo un fastidioso fardello”, ha proseguito Zali in un crescendo polemico, secondo cui il rapporto di maggioranza è, dal punto di vista concettuale, “un coacervo di imbarazzanti falsità, frescacce di una pochezza indecente, scritte e sottoscritte in malafede sapendo cioè di distorcere il vero per dire il falso”.
E ancora: “Mentire in un documento destinato al Gran Consiglio non è una bella cosa. Avrei preferito che mi si parlasse con franchezza come faccio io con voi: “Zali la tua tassa del fallo non ci piace e soprattutto non piace ai grandi generatori di traffico di cui tuteliamo gli interessi. Non abbiamo capito come hai fatto a farla bere al popolo e finora non avevamo i numeri per abrogarla. Ma dopo le elezioni del 2023, con un po’ di Lega in meno e un po’ di UDC in più, ci siamo contati e ora i numeri li abbiamo” ". Fine della citazione nella citazione.
“Ho sentito dire di recente - ha aggiunto Zali - che la tassa di collegamento sarebbe stata approvata con l’inganno degli elettori. Affermazione sentita non in una bettola del mio Malcantone da parte di avventori alticci, ma letta su un quotidiano e attribuita a un membro autorevole del vostro consesso, firmatario del rapporto di maggioranza. Questa persona forse non si rende conto della gravità dell’affermazione, tanto falsa quanto gratuita. Non per me personalmente, a cui della sua opinione poco o nulla importa, ma per le istituzioni. Mi chiedo se siate consapevoli che goccia a goccia, una frase avventata dopo l'altra, una sceneggiata alla volta, state contribuendo alla metamorfosi di questa sfortunata legislatura in un unico grande esercizio di delegittimazione delle istituzioni”.
L’ultimo punto chiave al centro dell’intervento del ministro, è stato quello del rispetto della volontà popolare. Cioè il fatto che la maggioranza del Parlamento ha cancellato una tassa approvata dal popolo senza ripassare dalle urne. E qui ritorniamo alla citazione della trilogia di Guerre Stellari. “Il titolo del mio intervento non può che essere “I soldatini colpiscono ancora” (parafrasi del secondo episodio della trilogia, "L'impero colpisce ancora" ndr.). Ma non ci sarà un terzo episodio in cui come giusto, sarebbe stato il popolo a scrivere il finale. Una schiaffo alla volontà popolare, un gesto di arroganza dei suoi sedicenti rappresentanti, una vergogna per la nostra democrazia”.
AELLE