L'ex deputato torna sul suo cavallo di battaglia di un corpo unico e boccia la riforma proposta dal DI
L’ex deputato del PLR ed ex ufficiale della Cantonale Giorgio Galusero non molla la presa e insiste sulla sua idea – potremmo dire nel suo sogno - di polizia unica. Lo ha fatto ieri con un’opinione pubblicata dalla Regione, proprio nei giorni in cui da parte dei Comuni si registra una levata di scudi e una raffica di critiche nei confronti del progetto di riforma della polizia proposto dal Dipartimento istituzioni. Critiche alle quali ha replicato oggi sul Corriere del Ticino il ministro Norman Gobbi, osservando che con questo atteggiamento di chiusura si dà “fiato a chi già oggi insiste sulla creazione di una Polizia unica, cancellando, di fatto, il patrimonio delle nostre Polizie comunali”.
Ma torniamo a Galusero, che paragona la situazione ticinese con quella del Canton Neuchâtel, sottolineando come in seguito all’adozione della polizia unica “il costo netto della sicurezza sia addirittura diminuito dal 2010 (58,8 milioni) agli attuali 57,1 milioni, malgrado i nuovi compiti assunti dalle forze dell’ordine in materia di cybercriminalità, l’aumento delle inchieste, l’introduzione del nuovo codice di procedura penale, le nuove esigenze per garantire l’ordine pubblico o per il settore dell’asilo. Nel 2010 gli agenti in servizio nel cantone erano 405 e sono diminuiti nel 2023 a 402 unità!”.
Galusero non usa mezzi termini: “Il raffronto con la realtà ticinese è impietoso – scrive -: nel 2013 erano attivi da noi 876 agenti formati mentre nel 2023 si è raggiunta quota 1’164 (1’381 con il personale amministrativo). Si dirà che la situazione non è paragonabile, resta però il fatto che i nuovi compiti hanno toccato in egual misura tutti i Cantoni, ma a Neuchâtel sono stati in grado di stabilizzare gli effettivi. Mediamente tutti i Comuni di quel cantone partecipano ai costi con una quota di circa 60 franchi per abitante, mentre in Ticino i Comuni polo chiedono ai consorziati contributi che oscillano tra i 140 e 180 franchi. La partecipazione globale di tutti i Comuni neocastellani è di circa 12 milioni di franchi, che è il medesimo importo che Lugano prevede ogni anno, al netto dei ricavi, per la Polizia comunale”.
Sicuramente, conclude Galusero, ben consapevole di quanto il suo obiettivo sia oggi poco realistico, “la soluzione non sarà la riforma denominata ‘Polizia Ticinese’, ora in consultazione presso i Comuni (…). Il progetto prevede una cervellotica nuova organizzazione con una governance confusa che non farebbe altro che creare ancora maggiore burocrazia. Ma in questi anni non si sarebbe dovuto anche affrontare e confrontare l’ipotesi di un solo Corpo di polizia?”.