I cacciatori ticinesi, dopo la dura lettera del presidente Fabio Regazzi al direttore della RSI, ha deciso di andare fino in fondo: "Pur trattandosi di una fiction, la trasmissione è stata espressamente e ampiamente promossa come ispirata a fatti veri, come rappresentativa del mondo della caccia e addirittura quale spunto di riflessione su sensibilità e opinioni diverse, travisando invece grossolanamente la realtà e veicolando un messaggio univoco, ovvero che caccia e bracconaggio siano sinonimi"
La FCTI infatti - si legge in una nota - reputa che “la trasmissione leda gravemente l’immagine del mondo venatorio cantonale. Pur trattandosi di una fiction, la trasmissione è stata espressamente e ampiamente promossa come ispirata a fatti veri, come rappresentativa del mondo della caccia e addirittura quale spunto di riflessione su sensibilità e opinioni diverse, travisando invece grossolanamente la realtà e veicolando un messaggio univoco, ovvero che caccia e bracconaggio siano sinonimi: una tesi sbagliata che la FCTI ovviamente non può accettare”.
“D’altro canto - prosegue il comunicato - lo scritto del direttore Maurizio Canetta, ricevuto in risposta alla lettera aperta inviatagli dal presidente FCTI Fabio Regazzi, è stato ritenuto del tutto insoddisfacente e non contiene nessuna valida ragione che possa giustificare la raffigurazione che ha presentato i cacciatori come biechi personaggi assetati di sangue e delinquenti privi di scrupoli e di etica, come è invece avvenuto nella trasmissione contestata. Con tale scritto non si è nemmeno ritenuto di dover delle scuse alla categoria, di modo che il comitato della FCTI ha deciso all’unanimità di sottoporre la questione al Mediatore, secondo la procedura prevista dalla Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV)”.
“Si tratta - termina la nota - di un atto dovuto a tutela dell’immagine della categoria dei cacciatori ticinesi e di tutti coloro, e sono la stragrande maggioranza, che praticano l’arte venatoria con passione e coscienza e nel rispetto della legge e delle norme etiche vigenti”.