Il Consigliere Nazionale UDC: "Sentire dalla bocca del professor Moccetti in televisione che si è sentito umiliato, credo rappresenti una sconfitta per tutto il sistema socio sanitario ticinese. È un’affermazione che dovrebbe far riflettere tutti”"
Marco Chiesa non è solo un Consigliere Nazionale dell’UDC, ma anche un professionista attivo nel mondo della sanità svizzera. Dirige infatti un centro sociosanitario nella regione della Moesa, nei Grigioni, con un’ottantina di collaboratori. Laureato in economia aziendale ha seguito delle post formazioni in economia sanitaria e in gestione delle risorse umane. In passato ha lavorato anche per l’Ente ospedaliero. E quando sedeva ancora in Gran Consiglio si era occupato del dossier Cardiocentro. Insomma, la materia la conosce. E come già fatto dal sindaco di Lugano Marco Borradori, anche lui si schiera dalla parte del Cardiocentro.
“La prima riflessione che mi viene da fare - esordisce Chiesa - è che ci deve essere un riconoscimento nei confronti del promotore di questa struttura: il professor Tiziano Moccetti. Oggi mi sembra che si tenda a sminuire questo ruolo da pioniere che lui ha avuto. Invece, la gratitudine nei suoi confronti, deve manifestarsi da Chiasso ad Airolo. In Ticino Moccetti ha portato scienza, competenza, tecnologia, posti di lavoro. Ha insomma costruito una risposta che non esisteva nel nostro Cantone. E tutto questo a beneficio di chi? Della comunità ticinese che, grazie al suo lavoro, ha smesso di prendere il treno per andare oltre Gottardo a farsi curare. Io ho sentito solo elogi da parte dei pazienti nei confronti delle prestazioni offerte dall’ospedale del cuore. Ricordo anche che il Cardiocentro è stato nominato tra i migliori datori di lavori in Svizzera. Qui, insomma, non c’è nulla da salvare, ma solo da mantenere. Invece ho la netta impressione che qualcuno voglia fagocitare…..”
“Squadra che vince non si cambia come avete scritto voi - prosegue Chiesa - mi sembra davvero il detto più appropriato in questo caso specifico. Gli appetiti di alcuni non devono assolutamente andare a svantaggio dei pazienti ticinesi. Per quello che mi riguarda, quando penso al Cardiocentro, ho la chiara percezione di una struttura che funziona. E che senza la testardaggine, la generosità, la volontà, le competenze, di persone che, lo ricordo, all’inizio sono state ostacolate in ogni modo, questo progetto non avrebbe mai visto la luce. Oggi lo scenario è totalmente diverso rispetto a vent’anni fa, e mi pare evidentemente che a taluni sia venuta l'acquolina in bocca….”.
“La mia piccola carriera professionale - argomenta ancora il deputato - l’ho sviluppata fuori cantone. Penso quindi di avere un osservatorio privilegiato per avere una visione distaccata e delle opinioni equidistanti, rispetto a quanto accade nel sistema sanitario ticinese. Sono estraneo a certi giochi di potere. Ci sono alcuni luminari ai quali è giusto riconoscere sia il proprio valore sia quello che hanno fatto per la popolazione. E sentire dalla bocca del professor Moccetti in televisione che si è sentito umiliato, credo rappresenti una sconfitta per tutto il sistema socio sanitario ticinese. È un’affermazione che dovrebbe far riflettere tutti”.
Chiesa fornisce anche un punto di vista sul nodo del problema: i difficili negoziati in corso tra l’Ente ospedaliero e il Cardiocentro che, senza un accordo, porteranno fra tre anni all’assorbimento dell’ospedale del cuore all’interno dell’EOC, come sancito da una convenzione sottoscritta da entrambe le parti.
“Ma quella convenzione - sottolinea Il Consigliere Nazionale - è stata stipulata vent’anni fa. Le convenzioni, purtroppo, non tengono conto della storia e neppure dell’evoluzione del sistema e delle organizzazioni. Non scordiamoci che a livello medico, scientifico e tecnologico, vent’anni sono più di un’era geologica. Quello che chiede oggi il professor Moccetti, credo sia pienamente legittimo e ragionevole. Certo non sarà facile. Anche perché alcuni ritengono che si possa cancellare con un colpo di spugna, un filosofia che fa parte della natura stessa del Cardiocentro. E questo è l’aspetto più pericoloso, soprattutto per i pazienti”.
“Io credo - conclude Chiesa - che vada fatta una scelta pensando in primis alle persone che attraversano un momento difficile nella loro vita e hanno bisogno delle prestazioni del Cardiocentro. Credo che a questi cittadini vada garantito, nel limite del possibile, lo stesso tipo di struttura che c’è stata fino ad oggi. Che si raggiunga quindi un accordo con l’EOC, ma che questo accordo mantenga la filosofia e l’indipendenza gestionale del Cardio. L’impronta del professor Moccetti non deve essere cancellata da una convenzione firmata vent’anni fa”.
AELLE