ABITARE
Calda dolce casa... Un decalogo per risparmiare combustibile, denaro e inquinamento senza rinunciare al comfort
I consigli dell'esperto in vista della stagione fredda. Dagli impianti a gasolio a quelli a gas, dalle caldaie a legna a quelle a pellet. Semplici accorgimenti che incidono sul portafogli e sull'ambiente

LUGANO – Il risparmio energetico è un tema sul quale negli ultimi anni si è, giustamente, molto insistito. Ora che arriva la stagione fredda adottare una serie di semplici misure – o migliorare il proprio impianto – può evitare importanti dispersioni di calore in casa. Il che traduce in rilevanti risparmi economici. Ecco alcuni consigli di un esperto, Lukas Bernasconi, direttore della Riello in Ticino, una delle aziende leader nel settore.

“Il miglior risparmio energetico – premette - si ottiene con un buon isolamento dei muri e dei serramenti. Nelle case vecchie, se ci sono fessure importanti nelle porte o nelle finestre, si possono tamponare utilizzando gli appositi cuscinetti contro gli spifferi. Poi, è importante che gli impianti di riscaldamento siano equipaggiati con un sistema di termoregolazione basato sulla temperatura esterna. Occorre quindi programmarli correttamente, in modo  che la temperatura di casa si riduca durante la notte”.

La caldaia e la canna fumaria – anche per questioni di sicurezza -, aggiunge Bernasconi, devono essere sempre ben pulite, e la combustione deve essere ben regolata. Un altro consiglio molto semplice: limitare l’arieggiamento dei locali quando la temperatura esterna scende, cercando di aprire le finestre soltanto nelle ore meno fredde del giorno.

La temperatura ideale in casa è di circa 21 gradi di giorno e 16 di notte. “Quindi, diciamo, a dipendenza delle abitudini di ogni singola famiglia, più alta tra le 6 e le 22 e ridotta dalla 22 alle 6. Va qui rilevato che certi impianti, soprattutto quelli a serpentine, hanno una grande inerzia e mantengono il calore per diverse ore. Quindi, la programmazione della riduzione di temperatura può essere anticipata rispetto a un impianto a radiatori”.

Per gli impianti dove il bruciatore viene anche utilizzato per riscaldare l’acqua per uso domestico, Bernasconi sconsiglia una temperatura troppo alta. “Consiglio uno standard di 55 gradi, con un aumento della temperatura una volta a settimana per proteggersi contro il battere della legionella, sistema già previsto in automatico nei sistemi di termoregolazione”.
Altro elemento importante che può contribuire al risparmio energetico ed economico: “Nel caso di impianti a radiatori è bene montare delle valvole termostatiche che consentono una regolazione indipendente nei singoli locali. Si tratta di apparecchi che si possono installare su tutti i radiatori e che si abbinano molto bene con i nuovi circolatori automatici”. 

L’esperto spiega: “Quando la valvola termostatica fa chiudere il circuito, la pompa dell’acqua tende a forzare la circolazione. Ma le pompe di nuova generazione adattano la portata dell’acqua quando avvertono l’aumento della pressione dovuto alla chiusura dei radiatori. Questo sistema permette di evitare un’inutile spreco di elettricità”.

Si tratta di migliorie energetiche che si possono effettuare anche su caldaie non modernissime.

“Per chi ha un impianto a gas, che di per sé ha già una resa di funzionamento più performante rispetto a quello a gasolio, oltre ad essere meno inquinante sul piano degli ossidi di azoto e del Co2, valgono i consigli di prima relativi all’efficienza, alla manutenzione e alla corretta regolazione”, prosegue Bernasconi.

Veniamo ora alle caldaie a legna. “In questo caso l’importante è usare legna di buona qualità e ben stagionata, evitando di trasformare la caldaia in una specie di inceneritore casalingo, perché così facendo si producono emissioni inquinanti mostruose. Quindi, vanno assolutamente evitati residui di legna con colle, vernici o altre sostanze nocive”.

Per chi usa, infine, una caldaia a pellet, il consiglio dell’esperto è “acquistare combustibile certificato e quindi di buona qualità. Preferendo possibilmente materiale di provenienza ticinese o quantomeno svizzera”.

emmebi

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