Il luogo non è mai citato, ma si capisce subito che siamo in un villaggio di confine in una valle del Ticino meridionale. Uno di quei posti sfiorati appena dalle grandi arterie di transito, dove bastano cinque minuti di tornanti per essere in un’altra dimensione. Una dimensione in cui il tempo non scorre lineare, dove una notte di veglia in attesa di un funerale si trasforma in un viaggio turbinoso nel passato.
La voce narrante è quella di una donna che giunge al villaggio dal Nord delle Alpi per far visita all’ex marito morto, che giace nella cripta chiusa del cimitero. Decide di passare le ore che la separano dal mattino nella locanda del paese, che sa di trovare aperta anche in assenza del locandiere. Il suo sonno però è visitato dai fantasmi del passato, del marito e della figlia, del locandiere siciliano, di Serafina, la cameriera, e soprattutto dei Belli e Brutti, le maschere carnascialesche che infestano la notte e la sua mente.
Fuggiaschi tardivi è un romanzo onirico che suggestiona il lettore mescolando realtà e sogno, incubo a volte, una sarabanda di visioni in cui i piani si confondono e si fondono.
Gertrud Leutenegger, 7 dicembre 1948, è nata e cresciuta a Svitto. Ha trascorso lunghi periodi a Firenze, in Inghilterra e a Berlino. Dal 1976 al 1979 ha studiato regia alla Schauspielakademie di Zurigo. È stata assistente alla regia presso lo Schauspielhaus di Amburgo. Ha vissuto diversi anni nella Svizzera francese e ha fatto soggiorni di studio in Giappone e a Roma. Dal 1984 ha vissuto per quasi vent’anni nella Svizzera italiana, prima a Cabbio nella Valle di Muggio, poi a Rovio. Oggi vive a Zurigo.
"Fuggiaschi tardivi" - Traduzione di Gabriella de’Grandi, Collana La Libellula - Armando Dadò editore, 22 Fr.-