Il presidente dell'Ordine dei medici ci scrive: "Di medici specialisti formati in Svizzera ne abbiamo a sufficienza, anche ticinesi, se non ritornano è perché spesso manca una programmazione. Più facile trincerarsi dietro i " non abbiamo trovato nessuno all'altezza in Svizzera" che fare autocritica"
Apprendiamo che Il 6% dei medici che hanno alti incarichi di responsabilità e conduzione di servizi specialistici nell’EOC sono frontalieri. Spesso un servizio è costituito da un solo medico di riferimento e se quest'ultimo é assente non c'è neppure il servizio.
La reperibilità é uno dei criteri imprescindibili per fornire la prestazione medica e per salvaguardarne la qualità delle cure. Essere frontaliere mette senz'altro in discussione la sicurezza del paziente che necessita di questa cura e limita fortemente la supervisione che un primario dovrebbe avere sul suo reparto 24 su 24.
Una seconda suggestione è che di medici specialisti formati in Svizzera ne abbiamo a sufficienza , anche ticinesi, se non ritornano è perché spesso manca una programmazione, mancano i contatti (giusti) con le Facoltà di medicina e gli ospedali dove avviene la vera formazione clinica e chirurgica.E infine mancano le condizioni quadro,e questo oramai da diversi anni, per poter indurre a scegliere il Ticino e qui la pletorica struttura delle risorse umane e i vari direttori di ospedale dell'Eoc hanno le loro responsabilità. Più facile trincerarsi dietro i " non abbiamo trovato nessuno all'altezza in Svizzera" che fare autocritica.
Lo strano è poi che quando siamo noi stessi medici che ci mettiamo alla ricerca di un sostituto l'ottimo profilo in Svizzera lo si troviamo sempre da far venire in Ticino ( gli esempi sono diversi), ma i medici in EOC hanno sempre meno peso, sono i direttori e il Consiglio d’Amministrazione dell'Ente che dicono cosa possono dire e cosa debbono fare.
Ma il CdA è a sua volta gestito dal potere politico ( articolo quinto, chi paga ha sempre vinto, altro che autonomia aziendale) ed ecco qui spiegate le scelte confuse ed errate della pianificazione ospedaliera e della messa in precariato dell'intero sistema ospedaliero ticinese, in attesa che il tribunale federale faccia sentire la sua voce.
Ad oggi nel Consiglio dell'EOC siedono tre politici cantonali: il Direttore del DSS Paolo Beltraminelli, i colleghi di Gran Consiglio, Paolo Sanvido,deputato leghista nonché membro della commissione speciale sanitaria del GranConsiglio, che é pure Presidente del CdA, e il capogruppo leghista Daniele Caversasio.
Al signor ministro come ai due colleghi rivolgo l'invito affinché tutti i medici che hanno responsabilità di servizio e di reparto ( primari, vice primari e capi sarvizio) abbiano la residenza in Ticino e a pochi chilometri dall'ospedale in cui lavorano e ciò nell'interesse della qualità delle cure (celerità di intervento) e della sicurezza del cittadino-paziente ticinese.
Infine non possiamo neppure dimenticare l'esistenza di altre ragioni, a supporto di questo invito: le ragioni fiscali, i consumi personali, l'indotto economico e una migliore integrazione nella realtà locale.
Per i motivi sovraesposti ritengo che la situazione attuale non sia più accettabile e vada cambiata al più presto.
La residenza in Ticino deve essere una condizione imprescindibile quando il datore di lavoro è una struttura statale o parastatale.
Il non averci pensato prima è cosa grave ma il perseverare sarebbe molto peggio per un Ente finanziato anche con i soldi pubblici
*Presidente Ordine dei medici