La direttrice della Clinica Sant’Anna, candidata PLR in Granconsiglio: “Il mio impegno professionale in ambito sanitario è coadiuvato da quello politico per una sanità integrata e sostenibile, con la massima attenzione alla dimensione umana”
di Michela Pfyffer von Altishofen *
(Articolo pubblicato su Info Pmi n.43)
La salute è il nostro bene più prezioso. Non a caso, nel corso dei millenni, filosofi, scienziati, scrittori, medici e nutrizionisti ne hanno ampiamente disquisito, esprimendo ciascuno il proprio punto di vista sempre convergente nella ricerca di strategie atte a preservare questo stato fisiologico e naturale dell’essere umano. A cominciare dal padre della medicina, Ippocrate, che scriveva aforismi “medici” indagando sulle cause naturali della malattia per contrastare le quali sviluppava precetti e norme del “viver sano”.
Sulla scia di questa traccia, oggi bisogna essere sempre più consapevoli dell’importanza di investire a tutto tondo nella salute, tanto che i differenti attori politici, sociali, culturali e sanitari si adoperano all’unisono nella ricerca di soluzioni condivise che attingono a un unico dogma: la salute va preservata, bisogna custodirla e quando si rende necessario va curata adeguatamente.
Inoltre, l’avanzamento dell’età anagrafica della popolazione ci pone inevitabilmente a dover fare i conti con nuove fragilità: cresce il rischio di sviluppare una malattia cronica e si accumulano le comorbidità. Un altro parametro da tenere seriamente in considerazione riguarda la speranza di vita, che negli ultimi vent’anni è aumentata in modo significativo. Nasce dunque l’impellente necessità di sensibilizzare la popolazione in modo capillare su tutti questi aspetti.
Per questo, il mio impegno professionale nell’ambito sanitario è coadiuvato da quello politico: vicinanza alle persone, ascolto ed empatia mi permettono di rafforzare i rapporti interpersonali, cercando di individuare i reali bisogni della popolazione e puntando alla ricerca di soluzioni sanitarie sempre più all’avanguardia e personalizzate. Parliamo di una società il cui progressivo invecchiamento rappresenta una tendenza in forte aumento nei prossimi anni, e subirà un’accelerazione che dovrà farci riflettere sulle sfide che tutto ciò comporterà per il nostro sistema sanitario.
La Clinica Sant’Anna di Sorengo, di cui sono direttrice, è una realtà sanitaria medio-piccola che ci permette di focalizzarsi sulle fondamenta di queste sfide, accogliendole e ponendo sempre la massima attenzione sulla dimensione umana. Allora: la persona, il paziente, è sempre al centro in tutto il processo di accoglienza e di cura. Patch Adams ha detto: “La medicina è uno scambio d’amore”, focalizzandosi in tal modo sull’importanza di creare quel rapporto fra medico e paziente basato su fiducia, empatia e massima complicità. Non semplicemente per curare, ma per prendersene cura, che è ben altra cosa! Ciò vale naturalmente per tutto il personale, amministrativo e sanitario, chiamato all’accoglienza, ascolto, presa a carico e accompagnamento delle persone che si devono sentire individui e mai assolutamente “parte di un sistema”, dall’inizio alla fine del loro percorso.
È una filosofia ben rappresentata e riassunta dal motto della nostra Clinica: “al servizio della vostra salute sin dal primo giorno”: noi ti accompagniamo finché questo cammino terreno si interromperà, perché così è la vita alla quale contribuiremo a dare non solo giorni in salute, ma salute ai giorni ancora a venire. Una visione che promuovo a tutto tondo, nella quale ribadisco che il vero scopo della sanità non è (solo) quello di curare le malattie; piuttosto è quello di prendersi cura del malato. Una concezione che poteva sembrare rivoluzionaria nella medicina di qualche anno fa, ma che oggi deve essere assolutamente abbracciata e sviluppata nell’ambito dei nuovi bisogni sanitari della popolazione.
Notevoli le sfide che ci attendono e toccano diverse prospettive, ivi compresa quella dei progressi tecnici della medicina che fanno ragionevolmente aumentare i costi: un aspetto che oggi va pure preso seriamente in considerazione nell’ambito di strategie sempre più mirate all’interdisciplinarietà e alla coordinazione delle cure erogate. Questa è pure la direzione tracciata dall’Ufficio Federale della Sanità Pubblica con “Sanità 20-30”, alla ricerca di modelli di cura incentrati sulle esigenze del paziente e sugli specialisti in grado di erogare i servizi appropriati, con la massima efficienza possibile, unitamente a una presa a carico sempre più individualizzata e olistica.
In Clinica Sant’Anna non ci prendiamo solo cura della futura mamma, della nascita e del neonato, ma siamo al fianco di ciascuno, accompagnandolo attraverso la sua fase più matura, con ciò che offrono chirurgia, ginecologia, senologia, urologia e altre specialità mediche, fino all’oncologia. Con la medicina interna e il potenziamento geriatrico ci prendiamo coscienziosamente cura dei pazienti più avanti con gli anni, sia in Clinica che sul territorio, grazie anche alla collaborazione con i medici di famiglia. “Quando sei ammalato, io curo la tua salute”: è il nostro pensiero che comprende altresì una medicina di prevenzione alla quale abbiamo tutti il dovere di guardare nel presente e nel futuro prossimo, così come dobbiamo seguire lo sviluppo delle cure coordinate e integrate di cui dovremo appropriarci e nelle quali risiederà la chiave del successo sanitario: al centro sempre il paziente con attorno tutti gli attori sanitari: i fornitori di prestazioni (pensiamo a medici, Spitex, ospedali e cliniche private, case di cura, terapeuti, farmacisti e via dicendo) senza dimenticare chi sostiene i costi (autorità, assicurazioni malattia).
Il comune intento è garantire il coordinamento ottimale del trattamento e dell’assistenza del paziente lungo tutto il suo percorso terapeutico, attraverso cure integrate con modelli assicurativi sviluppati in modo condiviso tra medici, ospedali, cliniche e assicuratori malattia. È il presente di una filosofia di “cure integrate” abbracciata dalla Clinica Sant’Anna, il cui approccio positivo al paziente ci ha visti in un certo senso precursori. Ad esempio, tra il 2009 e il 2010 la realizzazione di un Centro di medicina preventiva ci ha visto pionieri animati dallo spirito di guardare ciò che sta all’altro capo della malattia: la salute. Un modo positivo di prendersi cura dei pazienti e del loro stare bene, sempre attenti all’evoluzione e agli sviluppi delle cure integrate verso cui oggi si dirige la sanità, preludio al concetto di prendersi cura della popolazione, con l’occhio sempre più attento al contenimento dei cosi sanitari.
* Direttrice Clinica Sant’Anna, Sorengo e candidata PLR in Gran Consiglio