CORONAVIRUS
Coronavirus, Amalia Mirante: "Chiudiamo le scuole. Siamo ancora in tempo"
L'insegnante ed economista: "La scuola che vorrei è diversa. La scuola che vorrei non avrebbe riaperto dopo le vacanze di carnevale"
TiPress

*Di Amalia Mirante

La scuola che vorrei, anzi la scuola che tutti noi genitori, allievi, nonni, docenti, vorremmo, sarebbe diversa. E la cosa che ci fa sorridere e  arrabbiare allo stesso tempo, è che la scuola potrebbe essere diversa facilmente. A causa di quello che stava succedendo nel resto del mondo e soprattutto a pochi chilometri da noi, la scuola che vorrei non avrebbe riaperto dopo le vacanze di carnevale. Anzi, avrebbe imposto lo stop a tutte le scuole. 

La scuola che vorrei in queste settimane avrebbe riunito tutti i docenti e le docenti che accolgono i nostri bambini e bambine e li avrebbe accompagnati in queste settimane difficili, formandoli, sostenendoli e ascoltando le loro preoccupazioni. Le docenti sono persone, i docenti hanno famiglia, le docenti non sono super-eroine. I docenti sono formati per insegnare, ma anche loro in alcune circostanze devono poter avere il tempo e le risorse per imparare. Gestire una situazione come quella odierna dove si è confrontati per tutta la giornata con la paura, la malattia, la morte richiede competenze.  

La scuola che vorrei si sarebbe occupata di dotare tutte le infrastrutture scolastiche di saponi, disinfettanti, cestini chiusi e tutto quanto serve per adottare le misure di prevenzione. La scuola che vorrei avrebbe sfruttato il tempo a disposizione in queste settimane  per contattare le famiglie e capire le esigenze reali di chi non può occuparsi dei figli durante il giorno e avrebbe trovato soluzioni concrete, immediate e pratiche.  La scuola che vorrei avrebbe evitato di essere concausa di situazioni ingiuste: oggi ci sono bambini che possono stare a casa e bambini i cui i genitori, a causa della non chiusura delle scuole, non sono autorizzati a chiedere ai datori di lavori congedi speciali. 

La scuola che vorrei avrebbe chiesto al personale docente l’ennesima dimostrazione di amore e rispetto per l’importante ruolo che esso svolge in questa società e avrebbe definito con loro modalità e necessità per offrire nelle prossime settimane un’istruzione e una formazione a distanza.

La scuola che vorrei, la scuola che tutti noi vorremmo può essere facilmente realizzata. Siamo ancora in tempo. È ora. Per non fermare l’istruzione: chiudiamo le scuole.

*Insegnante - economista

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