CORONAVIRUS
Emergenza Coronavirus, soldi per tutti (o quasi...): il bazooka di Berna contro la crisi
Ecco il decreto odierno del Consiglio federale: le imprese colpite possono chiedere alle rispettive banche crediti transitori corrispondenti al massimo al dieci per cento della loro cifra d’affari annua o a 20 milioni di franchi
TiPress/Alessandro Crinari
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BERNA - Nella sua seduta straordinaria di oggi, 25 marzo, il Consiglio federale si è occupato del sostegno in termini di liquidità alle PMI. Esse devono ottenere rapido accesso ai crediti per sopperire alla mancanza di liquidità causata dal coronavirus. La richiesta di crediti, garantiti dalla Confederazione, deve essere presentata preferibilmente alla propria banca. La relativa ordinanza entra in vigore il 26 marzo 2020; da questa data è possibile presentare le richieste di credito.

Lo scorso venerdì 20 marzo il Consiglio federale ha presentato un ampio pacchetto di misure volto ad arginare le conseguenze economiche causate dalla pandemia di coronavirus. Con l’ausilio di crediti transitori si intende mettere a disposizione delle imprese la liquidità necessaria affinché riescano a coprire i loro costi fissi correnti, malgrado le perdite di fatturato dovute al coronavirus. A ciò si aggiungono le misure già decise dal Consiglio federale nell’ambito del lavoro ridotto e dell’indennità di perdita di guadagno generata dal virus per la copertura dei costi salariali. L’ordinanza che il Consiglio federale ha ora licenziato comprende un programma per sopperire alla mancanza di liquidità dell’ordine di 20 miliardi di franchi.

Processo rapido e senza lungaggini burocratiche

Le imprese colpite possono chiedere alle rispettive banche crediti transitori corrispondenti al massimo al dieci per cento della loro cifra d’affari annua o a 20 milioni di franchi al massimo. Occorre soddisfare alcuni criteri minimi: nello specifico l’azienda deve dichiarare di subire perdite di fatturato sostanziali in seguito alla pandemia di coronavirus.

Crediti fino a 500 000 franchi, garantiti al 100 per cento dalla Confederazione, vengono erogati senza lungaggini burocratiche e in breve tempo. Il tasso d’interesse è fissato allo zero per cento. Il modulo per la richiesta di credito sarà disponibile da giovedì 26 marzo, data di entrata in vigore dell’ordinanza, sul sito "covid19.easygov.swiss".

I crediti transitori d’importo superiore a 500 000 franchi sono garantiti dalla Confederazione all’85 per cento, mentre il restante 15 per cento è finanziato dalla banca che emette il credito. Tali crediti possono raggiungere i 20 milioni di franchi per impresa e presuppongono un esame più approfondito da parte delle banche. Attualmente, il loro tasso d’interesse è pari allo 0,5 per cento per il mutuo garantito dalla Confederazione. Le imprese con una cifra d’affari superiore a 500 milioni di franchi sono escluse da questo programma.

Poiché molte PMI dispongono soltanto di un conto PostFinance, il Consiglio federale consente anche a PostFinance di mettere a disposizione dei suoi clienti aziendali l’accesso a crediti fino a 500 000 franchi, senza incorrere in lungaggini burocratiche. Ciò non esime PostFinance dal divieto di concedere crediti, ma si tratta piuttosto di una misura limitata nel tempo prevista dal programma in questione.

A partire da giovedì 26 marzo 2020, tutti gli interessati dovranno poter accedere ai crediti in modo semplice, rapido e senza lungaggini burocratiche. Il 23 marzo 2020 la Delegazione delle finanze delle Camere federali (DelFin) ha approvato un credito d’impegno pari a 20 miliardi di franchi. Assicurare la stabilità dell’economia svizzera continua a essere la massima priorità del Dipartimento federale delle finanze (DFF).

L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) e la Banca nazionale svizzera (BNS) sostengono il pacchetto di liquidità del Consiglio federale e attuano ulteriori misure.

Con la presente misura, di semplice attuazione, il Consiglio federale sostiene decine di migliaia di PMI svizzere in modo da far fronte alle esigenze di liquidità più urgenti. Il DFF continua a monitorare attentamente la situazione, in stretta collaborazione con il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), la FINMA, la BNS e le banche.

 

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