Il Consiglio Federale ha autorizzato il Ticino a prolungare le limitazioni in vigore. Il credito d'impegno passa da 20 a 40 miliardi di franchi complessivi. Ecco tutti i dettagli
BERNA – Il Consiglio federale conferisce maggiori competenze alla Confederazione per coordinare l’approvvigionamento di materiale medico importante per combattere il coronavirus. È quanto ha deciso nella sua seduta del 3 aprile 2020. I Cantoni sono tra l’altro obbligati a notificare le loro scorte di materiale.
L'obbligo di notifica serve a rilevare la quantità di materiale medico e agenti terapeutici importanti disponibile in stock. Possono così essere anticipati e risolti in modo mirato eventuali problemi di approvvigionamento. Il materiale medico importante è definito ed elencato nell'ordinanza 2 COVID-19: vi rientrano prodotti quali respiratori, test diagnostici, mascherine chirurgiche o dispositivi di protezione individuali e determinati medicamenti.
Il Consiglio federale ha inoltre disciplinato le modalità con cui la Confederazione sostiene i Cantoni e le organizzazioni di pubblica utilità come la Croce Rossa svizzera nell'acquisto di materiale medico importante, qualora il fabbisogno non possa essere coperto tramite gli usuali canali di acquisto. L'attribuzione del materiale acquistato avviene in maniera centralizzata.
Per garantire un accesso rapido a nuove terapie promettenti e ai dispositivi medici urgentemente necessari, il Consiglio federale ha stabilito una serie di deroghe a determinate norme vigenti del diritto in materia di agenti terapeutici.
Prorogate le limitazioni ordinate dal Cantone Ticino
In considerazione della situazione epidemiologica che si registra sul territorio ticinese, il Consiglio federale ha inoltre autorizzato il Cantone Ticino a prolungare fino al 13 aprile 2020 le limitazioni ordinate in determinati settori dell'economia
Altri 20 miliardi di franchi per l'economia
In occasione della sua seduta del 3 aprile 2020 il Consiglio federale ha deciso di incrementare il programma di fideiussione per i crediti transitori COVID-19. A causa della forte domanda, l’Esecutivo sottopone al Parlamento un aumento dell’attuale credito d’impegno da 20 miliardi a 40 miliardi di franchi complessivi.
Gli ultimi giorni hanno dimostrato che i crediti transitori COVID-19 corrispondono a una reale esigenza e che l’espletamento rapido e senza formalità burocratiche da parte di banche e PostFinance funziona bene. Infatti, al 2 aprile 2020 erano stati conclusi 76’034 accordi di credito per un volume complessivo stimato in 14,3 miliardi di franchi.
A causa della forte domanda il volume delle fideiussioni garantite dalla Confederazione dell’ordine di 20 miliardi di franchi sarà verosimilmente superato nei prossimi giorni. Per questo motivo, il Consiglio federale sottopone alle Camere federali un aumento del credito d’impegno e quindi del volume massimo delle fideiussioni da 20 miliardi a 40 miliardi di franchi. Di questi, 10 miliardi saranno domandati alla Delegazione delle finanze, che si riunirà il 7 aprile 2020, sotto forma di crediti urgenti.
In linea di principio, il Consiglio federale parte dal presupposto che i crediti di aiuto non saranno utilizzati in modo illecito. Tuttavia, la concessione dei crediti senza formalità burocratiche comporta anche un certo potenziale di abuso, cui il Consiglio federale intende opporsi con fermezza. Esso ha incaricato oggi i dipartimenti competenti di attuare rapidamente un piano volto a contrastare gli abusi.
Il piano contiene in particolare le seguenti misure:
Il 20 marzo 2020 il Consiglio federale ha presentato un ampio pacchetto di misure volto ad arginare le conseguenze economiche causate dalla pandemia di coronavirus. Dal 26 marzo 2020 le banche e PostFinance mettono a disposizione delle imprese toccate la liquidità necessaria sotto forma di crediti transitori affinché riescano a coprire i loro costi fissi correnti, malgrado le perdite di fatturato dovute al coronavirus.
La Confederazione garantisce in misura del 100 per cento i crediti fino a 500 000 franchi e in misura dell’85 per cento i crediti che compresi tra 500 000 e 20 milioni di franchi. Il Consiglio federale ritiene che questo strumento aiuti in modo mirato le piccole e medie imprese a superare questa difficile fase senza che queste debbano ricorrere ai contributi a fondo perso della Confederazione. Le imprese che hanno bisogno di liquidità possono ottenerla e rimborsare il mutuo corrispondente in cinque anni.
Spesa vietata agli over 65 in Ticino "illegale"
La spesa vietata agli over 65 in Ticino "non è conforme al diritto federale, ma la situazione è particolare", ha spiegato Alain Berset in conferenza stampa. "La misura – spiega – è contraria all'ordinanza, ma ho potuto vedere con i miei occhi che lì la situazione è davvero particolare. È un invito a rimanere in casa più che un vero e proprio divieto".