Code chilometriche questa mattina verso il Ticino. Il sindaco di Ponte Tresa: "Ci vuole rispetto per i nostri frontalieri"
CONFINE – Diverse attività ticinesi hanno riaperto i battenti dopo aver ricevuto il nullaosta dalle autorità. Nonostante l’emergenza coronavirus, il Ticino sembra rimettersi in moto. Non solo per la ripresa di alcune attività produttive, ma anche per le lunghe code che formano i frontalieri alle dogane per recarsi a lavorare in Svizzera.
Complice la pioggia e la chiusura di alcuni valichi secondari, questa mattina si sono formate chilometriche code di auto al valico di Lavena Ponte Tresa ma anche a Gandria, Gaggiola, Ponte Chiasso e Bizzarone. Stando ad alcune segnalazioni sui social, l’attesa per giungere in Ticino questa mattina era di almeno un’ora e mezza.
Il sindaco di Ponte Tresa Massimo Mastromarino parla a Varese News di “incolonnamenti insostenibili lungo gli assi viari per chi proviene dal Luinese e dalla Valceresio. Per rispetto dei nostri frontalieri ho subito chiesto ai nostri rappresentanti politici e ai referenti ticinesi la riapertura almeno dei valichi di Luino Fornasette e Porto Ceresio”.