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Il Movimento della scuola: "No al modello del DECS per le riaperure delle scuole dell'obbligo"
L'associazione dei docenti: "Il nostro appello sottoscritto da 400 insegnanti in tre giorni e 9 sedi scolastiche". Ecco quali

BELLINZONA - “No al modello del DECS di riapertura delle scuole dell’obbligo”. Il Movimento per la scuola torna a far sentire la sua voce nell’imminenza della decisione del Consiglio di Stato sulla ripresa dell’attività scolastica l’11 maggio. Il Consiglio Federale, come è noto, ha lasciato totale autonomia ai Cantoni su questa scelta.

Il Movimento della scuola ha presentato un modello alternativo presentato sotto forma di appello (leggi qui). Appello che, scrive l’associazione in un comunicato,  “in tre giorni è stato sottoscritto da più di 600 persone, di cui oltre 400 insegnanti della scuola dell’obbligo, e da 8 collegi dei docenti delle scuole medie (Bellinzona 1, Bellinzona 2, Camignolo, Canobbio, Lodrino, Losone, Morbio Inferiore e Stabio), a cui si aggiunge l’Istituto scolastico del Gambarogno".

Numerose inoltre, sottolinea il Movimento, sono le firme provenienti dal mondo delle famiglie, tra cui l’adesione di diversi comitati genitori, alle quali si aggiungono quelle di diverse personalità legate agli ambienti medici, scientifici ed economici.

“Vogliamo contribuire a una riapertura - sottolinea ancora l’associazione di insegnati - che possa però garantire una effettiva sicurezza sanitaria per gli allievi, le famiglie, gli insegnanti. Da settimane, con frequenza accresciuta in questi ultimi giorni, riceviamo lettere di docenti preoccupati, testimonianze di quadri scolastici, di medici, di semplici padri e madri di famiglia che esprimono i loro timori per la prospettiva di una riapertura nelle forme previste dal DECS, in un contesto in cui dubbi e perplessità sono pure alimentate dall’eterogeneità, a volte dalla contraddittorietà, dei pareri degli esperti sulle misure da adottare per evitare la ripresa dei contagi. Anche alcuni direttori e alcuni collegi dei docenti ci hanno fatto sapere che non sono affatto convinti di poter far funzionare la scuola nelle condizioni imposte dalle autorità scolastiche rispettando le norme igienico-sanitarie e le distanze personali previste.

“In gioco non ci sono equilibri politici - termina la nota - ma qualcosa di molto più importante che è la salute di allievi, maestri, famiglie e società civile. In gioco è anche il significato profondo della scuola in questo ultimo scorcio di un anno travagliato”.

7’000 firme contro la riapertura

Intanto la petizione online lanciata da Claudio Schneeberger per chiedere la riapertura delle scuole in settembre, ha raccolto già 7’000 adesioni. “Non ci sono ancora i presupposti - si legge nelle motivazioni - per garantire la sicurezza sia del personale scolastico che degli allievi stessi. E prendersi il rischio per 4 settimane di lezione troviamo sia assurdo in questo delicato momento, soprattutto perché altri paesi hanno adottato misure più restrittive in ambito scolastico fino a quando la pandemia non è stata contenuta seriamente, diminuendo così i rischi di contagio".

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