Una dozzina di sedi scolastiche scrivono a Manuele Bertoli chiedendo un incontro urgente: "Altrimenti c'è il rischio di un nuovo e pericoloso conflitto istituzionale"
BELLINZONA - Non si placano le polemiche e le proteste da parte del mondo della scuola, dopo la decisone del Governo di riaprire le scuole dell’obbligo il prossimo 11 maggio. Secondo quanto riferisce la versione online della Regione 12 direttori di scuole medie del Sottoceneri hanno inviato una lettera al Direttore del DECS Manuele Bertoli e ai suoi alti funzionari. A firmare la missiva sono stati in particolare i capi delle sedi di Breganzona, Lugano Centro; Camignolo; Barbengo; Lugano Besso; Bedigliora; Massagno; Gravesano; Viganello; Pregassona; Canobbio e Agno
Nel mirino vi è ancora una volta il modello di riaperture proposto del DECS e approvato dal Consiglio di Stato. Le famose 9 pagine che il sindaco di Lugano Marco Borradori ha definito un “mostro burocratico” (leggi qui). I direttori chiedono al Dipartimento di riaprire la discussione per evitare un'imposizione per niente condivisa dai direttori, che correrebbe il rischio di dare inizio a un nuovo e pericoloso (nel nostro piccolo) conflitto istituzionale che farebbe solo male alla scuola per la quale operiamo ogni giorno con passione e dedizione".
Per questo motivo, i promotori della un’iniziativa, chiedono di "partecipare a un collegio cantonale dei direttori straordinario da convocare a breve, da tenersi, se possibile e nel rispetto delle norme sanitarie, in presenza fisica”.
E anche da Lodrino, comune del Consigliere di Stato Raffaele De Rosa, si leva la protesta della locale sede scolastica. Il collegio dei docenti della Scuola media, scrive sempre la Regione, ha inviato una lettera al Consiglio di Stato in cui si sottolinea, oltre alle difficoltà pratica di allievi e docenti, che con il dimezzamento delle classi, ogni allievo frequenterà l’istituto per 13 giorni: "Sorge spontaneo chiedersi se il santo vale la candela”.
Tutto ciò accade nella giornata in cui la Task Force Covid19 della Confederazione, ha pubblicato uno studio in cui viene smentita l’affermazione secondo la quale i bambini non sarebbero contagioso: “Non lo sappiamo - hanno detto gli esperti del Consiglio Federale - e affermare il contrario e scientificamente scorretto” (leggi qui).
L’impressione è che la partita delle scuole non sia ancora chiusa. Lugano e Locarno - che guidano il gruppo dei comuni ribelli - stanno alla finestra e mantengono per ora la loro proposta di procedere all’apertura solo delle quinte elementari.