CORONAVIRUS
Riapertura delle scuole, Elena Zaccheo: "Questa non è scuola. Ecco perché..."
La direttrice dell'Istituto scolastico comunale di Locarno: "L'autonomia della scuola e del territorio è spesso soffocata dalla burocrazia dipartimentale"
TIPRESS

LOCARNO – La direttrice dell’Istituto scolastico comunale di Locarno Elena Zaccheo è fiera e orgogliosa dell’atteggiamento e professionalità mostrati dai suoi collaboratori in questo difficile momento legato all’emergenza coronavirus. Il mondo della scuola si è dovuto adattare implementando l’insegnamento a distanza. “Sono riusciti addirittura ad abbattere questa distanza”, commenta la direttrice al Corriere del Ticino. “Hanno creato – continua – complicità e alleanza con le famiglie, creando relazioni autentiche con gli alunni e dimostrano di saper ascoltare e vedere”.

Zaccheo dice la sua anche sul tema più discusso in questi giorni: la riapertura delle scuole all’11 maggio. “È arrivato il momento – dice al quotidiano – di riattivare l’autonomia della scuola e del territorio, spesso soffocata dalla burocrazia dipartimentale. La situazione d’emergenza ci chiede di andare oltre alle abitudini”.

Sono numerose le problematiche che potrebbero verificarsi al rientro in aula tra dieci giorni. “In primis c’è la gestione dell’entrata e dell’uscita degli allievi, poi l’occupazione dell’area di ricreazione, le distanze sociali, il rispetto delle misure di igiene. Il tutto senza dimenticare di mettere al riparo i docenti. Questa non è scuola. Potrà essere solo un accudimento allargato”.

Infine, Zaccheo ritiene che “non possiamo essere noi i primi a fare pasticci. La scuola ha il compito di essere credibile ed educare. Invece di riaprire in fretta e furia, sarebbe stato meglio pianificare il tutto per bene”.

 

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