Diciassette pagine di presentazione per il progetto di rilancio della filiera vitivinicola ticinese. Ecco i punti più importanti
BELLINZONA – La filiera vitivinicola ticinese chiede sostegno al Governo per rilanciare il settore dopo l'emergenza coronavirus. Lo ha fatto tramite un'articolata lettera di 17 pagine in cui presenta i cinque interventi per rilanciare l'intero settore.
I punti proposti al Governo – che trovate di seguito – sono stati discussi e accettati dal Comitato dell'Interprofessione della vite e del vino ticinese durante la seduta del 27 maggio.
Progetti di sostegno di un reddito ai viticoltori
Con lo scopo di diminuire la produzione e riequilibrare il mercato, l’Interprofessione aveva già deciso, prima della pandemia, di ridurre del 20% la produzione. Il lockdown avvenuto a marzo ha vanificato gli sforzi intrapresi. Con l’impegno da parte dei trasformatori di assicurare l’acquisto unicamente di 500 g, si vuole evitare l’abbandono di superficie dovuto a sconforto. La Confederazione mette a disposizione 10 milioni di chf (700’000 per il ti) allo scopo di declassare i vini doc a vino da tavola o industriale. Questa misura permetterebbe al Ticino di ritirare dal mercato 350 mila litri di vecchie annate. Per il produttore questa operazione è poco redditizia in quanto i vini ticinesi in cantina sono di buona qualità e le uve sono state acquistate al prezzo di chf 4.15/kg. Sostenere il lavoro dei viticoltori, che si sono ritrovati senza acquirenti delle uve nella totalità o solo in parte, fino ad un massimo degli 800 g di resa al m2 . Si vuole fare in modo che il viticoltore possa ricevere un pagamento delle uve in eccesso ad un prezzo non proprio indecente. L’obiettivo è quello di creare dei prodotti che attualmente sono occupati sul nostro mercato da vini esteri o realizzare prodotti richiesti come alcool disinfettante.
Un Merlot per la gastronomia “Uniti contro il Coronavirus”
Il secondo progetto è quello di creare un vino che unisca i vinificatori ticinesi nel proporre un vino con un messaggio di collaborazione da presentare alla gastronomia. Tutti i produttori devono proporlo alla gastronomia al medesimo prezzo. Il progetto deve essere una collaborazione tra produttori di vino e ristoratori, a tutto vantaggio del consumatore finale. Anche il prezzo di vendita al ristorante deve essere unificato. L'obiettivo è quello di commercializzare 50.000 bottiglie nei ristoranti, pizzerie e grotti del Cantone tra vini bianchi, rossi e rosati.
Tassa di solidarietà alla piccola vendemmia 2020
Stimiamo che la pandemia covid-19 causerà al settore vitivinicolo una perdita di 1.5 milioni di bottiglie pari a circa 15–20 milioni di franchi. Per ovviare ad un aumento degli stock, l’Interpofessione ha deciso di ridurre drasticamente la produzione. Limitando la resa al m2 a 800 gr per le uve a bacca rossa contro il kg/m2 degli ultimi anni. Inoltre, viene chiesto un enorme sacrificio ai conferitori ai quali la cantina, per problemi di liquidità finanziaria ridotta, si impegna a ritirare unicamente un massimo di 500 g/m2 . Si stima che la piccola vendemmia si aggirerà, sui 3.4 milioni di kg uve. Questo piccolo raccolto influenzerà anche le casse dell’ivvt alla quale mancheranno poco meno del 50% delle risorse destinate alla promozione.
Percorso sensoriale della Casa del vino Ticino
Il tempo è cambiato da quando, nel suo intervento in sede di dibattito da parte del relatore del rapporto commissione On. Fabrizio Garbani Nerini del messaggio 773 sul finanziamento di un credito quadro d’investimento e di gestione del comparto del Parco Gole della Breggia, chiedeva un sostegno alla “Casa del vino Ticino” affittuaria dei locali del mulino del Ghitello per lo sviluppo educativo e culturale riguardante la viticoltura, in uno spazio sensoriale. La richiesta di sostegno del progetto è stata inoltrata ad una fondazione che, viste le enormi richieste di solidarietà finanziaria arrivate causa Coronavirus, non ha potuto entrare in materia. L’obiettivo è di trovare i fondi per sviluppare il progetto di comunicazione per tutto il settore. Pertanto, onde garantire un sereno proseguimento delle attività, ci rivolgiamo al Lodevole Consiglio di Stato per un sostegno alla prima casa del territorio.
Fotografia del territorio viticolo
La pandemia terminerà ma, se si vuole che il viticoltore abbia un reddito agricolo dignitoso, bisogna guardare lontano. Sono finiti gli anni dove si aveva la tendenza ad espandere le superfici vitate. Per affrontare gli anni futuri bisognerà conoscere quello che realmente abbiamo. Quanti vigneti sono in zona edificabile e stimare quanti ne perderemo con il cambio generazionale. Si stanno investendo decine di migliaia di franchi per informatizzare i vigneti e avere il controllo della vendemmia. Sarebbe il caso, in parallelo, di avere una conoscenza esatta del territorio e del suo potenziale. Completare il lavoro eseguito dalle Federviti bellinzonese e locarnese di misurazione delle parcelle e del grado di difficoltà lavorative di tutti i vigneti del Cantone.
In totale, i crediti richiesti dall'Interprofessione della vite e del vino ticinesi ammontano a 1'466'000 franchi.