"Si è scoperta la positività della recluta lunedì, sono stato chiamato solo stamattina: a saperlo, evitavo di andare al lavoro nei due giorni passati", ci spiega. "Non uscivo da mesi, mi hanno convinto gli amici. Ora chiudete le discoteche"
BELLINZONA – Dopo mesi in cui si era attenuto strettamente alle misure, sabato sera gli amici lo hanno convinto a uscire con loro. Alla fine, dopo una chiamata, due, tre, ha detto sì: dopo tanto tempo, la voglia c’era, ed era passato un po’ di tempo dalle aperture.
Neanche a dirlo, la sfortuna ha voluto che il gruppo di amici si recasse al Woodstock di Bellinzona. E da oggi il nostro interlocutore (nome noto alla redazione) è in quarantena per cinque giorni.
“Io sto bene, non ho nessun sintomo. Vivo da solo per cui non c’è nessuno con me a rischio. Ma sono preoccupato per i miei colleghi, le uniche persone con cui ho avuto contatto da sabato in poi”. Tra l’altro, lavora in un centro diurno per anziani. “Non sono direttamente a contatto con loro, però col personale che lo è interagisco. Voglio chiamare il mio medico, per fare il tampone, in modo che anche loro sappiano cosa fare”, ci racconta
Stamattina ha chiamato il suo capo, il quale ha contattato l’helpline del cantone. Se il giovane presentasse sintomi o fosse positivo, dovrà prendere provvedimenti. “Mi preoccupa l’idea che si debbano mettere tutti in quarantena, chiudendo il centro. Non so come funziona. E se qualche anziano a causa mia l’avesse contratto? Mi sentirei in colpa e arrabbiato con chi ha gestito la situazione”.
A farlo infuriare sono i tempi. “La serata è stata sabato, che la recluta fosse positiva si è saputo, stando ai media, lunedì. E io sono stato contattato dall’esercito solo stamattina alle 10. Perché così tanto tempo dopo? Se lo avessi saputo, martedì e mercoledì non sarei andato al lavoro. Tra l’altro, ieri ho scoperto che saremmo dovuti stare in quarantena dai media, e non sapevo come comportarmi”. Anche ora è tutto un po’ nebuloso, sa che riceverà indicazioni e il certificato medico.
“Chiudete le discoteche”, è il suo appello. Narra che al Woodtsock sabato c’era tanta gente. “A momenti ci si toccava per muoversi, soprattutto al bancone. Era davvero affollato. In quel momento, mi son detto che potevo godermi la serata, dato che ormai ero lì… Però è success a Olten, a Zurigo, ora qui, per me bisogna prendere provvedimenti”.
L’idea di stare solo in casa per cinque giorni un po’ lo angoscia. Gli è stato detto che la Polizia potrebbe passare a controllare che non lasci il domicilio. “Intanto ho letto che il Woodstock ha deciso di chiudere alcuni giorni per disinfestare tutto e per tutelare il personale. Non conosco il ragazzo risultato positivo, mai visto”.