A firmare la petizione @StopCovidCH il responsabile dell'Epatocentro Ticino, la membra della task force per il Covid19, il Consigliere Nazionale Bäumle, per un totale di circa 1'200 persone che vi hanno aderito in un paio di giorni
BERNA – È stata lanciata da un gruppo di persone che si sono trovate su Twitter a commentare le notizie relative al Covid, condividendo opinioni e decidendo di agire. La petizione denominata @StopCovidCH, che punta a ridurre i contagi al massimo a 50 al giorno, è stata lanciata da due giorni tramite la piattaforma act.campax ha già raccolto 1200 firme (76 nella versione italiana, 90 in quella francese, 94 in quella inglese e 963 in quella tedesca, dato spiegabile perché molti dei suoi ideatori sono svizzero tedeschi).
Fra le richieste, oltre alla mascherina obbligatoria nelle scuole anche per gli allievi sopra i 12 anni, “la reintroduzione della raccomandazione di lavorare da casa, l’obbligo di indossare la mascherina all’interno in tutti gli ambienti pubblici e all’esterno nei luoghi affollati, misure efficaci per prevenire i contagi nelle scuole e sui posti di lavoro, un elevato numero di test, con risultati entro le 24 ore, un efficace contact tracing che rispetti criteri di qualità comuni in tutta la Svizzera, la rilevazione e la pubblicazione di dati precisi sui modi e sui luoghi di trasmissione del virus, un’applicazione rigorosa dell’isolamento dei contagiati e della quarantena per chi è stato in contatto con persone infette, limiti più rigidi del numero di partecipanti a manifestazioni ed eventi che attirano molto pubblico, controlli a campione alle frontiere per chi proviene da paesi a rischio, assoluta trasparenza sulla strategia del Consiglio federale e dei governi cantonali, una comunicazione rafforzata, costante e non contraddittoria per informare la popolazione sui comportamenti corretti per contrastare la pandemia e misure preventive coerenti con le conoscenze scientifiche in tutti gli ambiti della lotta contro la pandemia, applicate in modo trasparente e nel rispetto del principio di precauzione”.
Tra i firmatari anche volti noti, tra cui il consigliere nazionale Martin Bäumle, la professoressa Nicola Low, membro della COVID-19 task force svizzera, che l’ha pubblicamente sostenuta su Twitter, e il prof. Andreas Cerny, responsabile dell’Epatocentro Ticino.