CORONAVIRUS
I casi aumentano ma il Consiglio Federale ha deciso che non ci saranno quarantene per chi rientra da paesi confinanti
Nel farlo si è tenuto conto degli stretti scambi economici, sociali e culturali tra le zone di confine. Saranno semmai inserite solo delle regioni

BERNA - Nella sua seduta dell’11 settembre 2020, il Consiglio federale ha definito le regole di quarantena per chi rientra in Svizzera da uno Stato confinante: i Paesi limitrofi non vengono inseriti nell’elenco degli Stati e delle regioni con rischio elevato di contagio, ma soltanto le loro regioni in cui è superato il valore limite. Le regioni di confine possono essere escluse dall’elenco. In questo modo il Consiglio federale tiene conto sia dell’aumento in parte forte delle infezioni che delle strette interazioni tra le regioni di confine. L’ordinanza modificata entra in vigore il 14 settembre 2020. Contemporaneamente viene aggiornato l’elenco delle regioni a rischio.

Dal 6 luglio 2020, chi rientra in Svizzera da uno Stato o una regione con rischio elevato di contagio deve mettersi in quarantena per dieci giorni. Con questo provvedimento il Consiglio federale intende contenere per quanto possibile l'importazione e la propagazione del coronavirus in Svizzera. Per i Paesi limitrofi, il Consiglio federale adotta ora un approccio regionale: sull'elenco degli Stati e delle regioni con rischio elevato di contagio saranno inserite soltanto singole regioni, come è già prassi in diversi altri Paesi.

Deroghe per le regioni di confine
Le regioni di confine degli Stati limitrofi possono essere escluse dall'elenco. Con questo disciplinamento differenziato, il Consiglio federale tiene conto degli stretti scambi economici, sociali e culturali tra le zone di confine e reagisce al contempo al numero crescente di nuove infezioni in Svizzera e in diversi Paesi limitrofi, in particolare in Francia.

Dallo scorso mese di giugno il numero dei contagi è in costante aumento in Svizzera: alla fine di agosto sono stati registrate 1844 nuove infezioni la settimana, ossia 18 volte di più rispetto all'inizio di giugno quando i casi di contagio la settimana era stati 98. In Francia, il numero aumenta in misura ancora più marcata e si situa in quasi tutte le regioni ben al di sopra del limite di 60 casi per 100 000 persone nell'arco di due settimane. Questo limite è stato superato anche in alcuni länder dell'Austria, come pure in diversi Cantoni svizzeri.

Con la regionalizzazione, le persone che rientrano da una regione a rischio sono obbligate a mettersi in quarantena, ma non se sono state in una zona di confine. Nell'applicazione, il Consiglio federale continua a fare affidamento sulla responsabilità individuale della popolazione, invitata ad astenersi per quanto possibile dal recarsi in regioni a rischio o ad andare in quarantena al rientro. Già oggi i frontalieri sono esentati dall'obbligo di quarantena.

I Cantoni si sono espressi prevalentemente in favore di questa procedura. Alcuni temono tuttavia che la nuova disposizione derogatoria per le regioni di confine comporti maggiori oneri e intacchi l'accettazione delle norme sulla quarantena.

Esenzioni dall'obbligo di quarantena
Sono inoltre esentati dall'obbligo di quarantena gli artisti e gli sportivi al rientro rispettivamente da una manifestazione o competizione all'estero e i partecipanti a congressi internazionali, a condizione che sia stato elaborato e attuato un piano di protezione specifico.

Neppure chi per motivi professionali o medici imprescindibili e inderogabili si è recato in una regione a rischio deve mettersi in quarantena, a condizione che il soggiorno non duri più di cinque giorni e che sia stato elaborato e attuato un piano di protezione.

Il Consiglio federale ha infine adeguato la base di calcolo della durata della quarantena nell'ordinanza COVID-19 provvedimenti nel settore del traffico internazionale viaggiatori. I Cantoni possono ora computare il soggiorno in un Paese senza rischio elevato di contagio prima del rientro e ridurre di conseguenza la durata della quarantena in Svizzera.

Test per il coronavirus: la Confederazione riduce le tariffe
Il Consiglio federale ha inoltre deciso di ridurre da 95 a 82 franchi la tariffa per le analisi di biologia molecolare per il SARS-CoV-2 (test PCR) e da 39 a 25 franchi quella per le analisi sierologiche (test per gli anticorpi) e precisato diverse procedure.

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