CORONAVIRUS
Dalle case anziani troppo 'aperte' a "strutture dove gli ospiti sono segregati"
L'MPS torna sul tema: cosa si sta facendo ora? Lasciando gli anziani nelle stanze, si rischiano peggioramenti della capacità motoria e cognitiva. E a Bellinzona ciascuno ha diritto a una visita di 45 minuti ogni 9 giorni
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BELLINZONA – Dalle case anziani aperte, con ospiti positivi al Covid e ospiti negativi che mangiavano assieme e parenti che potevano entrare quando volevano, a quelle chiuse, ermetiche, dove ci sono poche attività per gli anziani, spesso confinati in camera e con visite centellinate.

Ma non si sta esagerando, si chiede qualcuno. I parenti si lamentano, gli anziani forse non hanno la forza di farlo, confinati per essere protetti ma confrontati nel frattempo con perdite a livello cognitivo, come accade a quell’età se non si è stimolati.

L’MPS, che sul tema case anziani si è sempre mosso, vedi anche la segnalazione alla Procura e la serata organizzata per parlare delle molte morti, ha lanciato un’interpellanza dove scrive che le strutture "hanno pensato bene di scegliere la via più semplice e dunque di segregare nelle camere o nelle strutture i propri ospiti. Tutti elementi che contribuiscono anche ad una perdita della capacità cognitiva e motoria".

Le visite? Riferendosi a una casa anziani di Bellinzona, il Movimento per il Socialismo le quantifica in 56 settimanali, dunque una di 45 minuti ogni 9 giorni per ciascuno. Prima del 8 giugno erano addirittura una ogni 17 giorni…

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