CORONAVIRUS
Non si potrà riaprire prima della fine di febbraio e nemmeno il primo marzo
Lo ha detto Berset in conferenza stampa, precisando che le nuove varianti rendono ancora più incerta la situazione. "Al Ticino risponderemo in merito alla richiesta di inasprimenti alle frontiere"

BERNA - Conferenza stampa da Berna, dove Alain Berset ha detto chiaramente che non si potrà pensare a delle riaperture anticipate o dal primo marzo. 

"Le varianti hanno complicato la situazione, per cui non sappiamo che cosa accadrà. Esse aumentano, anche se per fortuna i contagi stanno scendendo".

"Le restrizioni che abbiamo messo in vigore sono fissate fino a fine febbraio, possiamo già dire che non si potranno togliere tutte insieme, ci vorrà tempo. Vi diremo man mano che cosa accadrà".

"È un momento difficile, lo sappiamo, per le famiglie, le persone, le aziende, ma non possiamo gettar al vento quanto fatto sinora. Speriamo di avere la miglior soluzione possibile per la primavera, non potremo togliere tutte le misure restrittive, rischiando un'altra ondata".

"Abbiamo firmato un contratto per 5 milioni di vaccini con Curevac e con Novavax per 6 milioni di dosi".

"Misure più rigorose a causa delle varianti? Per ora no, dobbiamo tener conto che le varianti presenti sostituiscono il virus iniziale, per cui tutto va valutato. Ovviamente non potremo aprire tutto dal primo marzo, seguiamo tutto da vicino, il 17 febbraio ci incontreremo ancora. Vedremo se ci sarà un altro raddoppio ogni settimana con i casi della variante. Magari a fine febbraio essa avrà preso il controllo e dovremo inasprire le misure, però potrebbe essere che essa abbia avuto la meglio sulla vecchia variante. Nel Regno Unito c'è una curva che va su e giù, nel nostro Paese la variante nuova è aumentata del 20%, pur con dati diversi nei vari paesi. Adottare misure addizionali è complicato, ne abbiamo già adottate molte ed è pericoloso aggiungerne altre. Le persone comunque si vedono, si frequentano, per passarsi il contatto e avviene in ambito privato. Cosa possiamo fare come ulteriori misure?".

"Tutti sono allo stremo, dobbiamo essere cauti. E teniamo conto che c'è anche la vaccinazione, che potrebbe cambiare la situazione. Stiamo cauti".

"Chiudere le scuole? Bisogna valutare che cosa accade nelle varianti rispetto ai bambini. Semmai si potranno chiudere alcune scuole se ci fosse bisogno. Ricordiamo che i Cantoni possono comunque decidere di andare oltre, optando per chiusure"

"Per quanto concerne le richieste del Ticino di inasprire le misure per impedire che i ticinesi si rechino a fare acquisti in Italia, stiamo approfondendo e daremo una risposta".

"Mi chiede se entro Pasqua avremmo vaccinato tutti? È impossibile fare delle previsioni, avevo detto che volevo andare a sciare a Natale e poi ho annullato... Se ci avessero detto tempo fa che saremmo riusciti in così poco tempo a vaccinare così tante persone, non ci avrebbe creduto nessuno. Ovvio, dipendiamo da altri, da attori che vedono una richiesta mondiale molto alta, i ritardi ci sono, si deve accedere a prodotti che tutti vogliono e non ce ne sono per tutti. Abbiamo scelto di ampliare la gamma, e questo ci dà il vantaggio di poterne usufruire. Sapevamo che non tutto si sarebbe concluso a gennaio, a maggio e giugno abbiamo grandi volumi di vaccini in arrivo. Trimestre dopo trimestre dovremo riuscire a raggiungere i nostri obiettivi, anche se non basta".

"In alcuni paesi un terzo della popolazione ha ricevuto il vaccino ma i casi esplodono. È tutto imprevedibile. Siamo comunque convinti che il vaccino sia importante, non la panacea per tutto".

"Vacanze invernali? Non pensiamo che ci sarà un'esplosione di contagi, non è successo nemmeno a Natale visto che le persone sono state attente e si sono attenute alle regole, ciò ci ha permesso di procedere sulla buona strada. Abbiamo misure severe, con i ristoranti chiusi, anche le persone in giro sui mezzi pubblici sono meno, c'è l'obbligo della mascherina, non ci si può riunire in più di cinque: se tutti rispettano le norme, non ci dovrebbero essere problemi. Mi appello alla popolazione, è importante attenersi alle regole, anche se per carnevale si voleva altro".

"Abbiamo gestito bene il metodo di allentare e inasprire le misure. Toglierle prima di fine febbraio sarebbe troppo presto. Ovvio, il dilemma c'è, osserveremo tutto e il 17 febbraio faremo il prossimo passo. Non abbiamo ancora deciso come allentare le misure, vedremo come si evolve. La situazione non si può paragonare a quella della primavera, per esempio adesso si porta senza problemi la mascherina in tutta la Svizzera, ci siamo abituati alle regole e ci sono i vaccini. Ma andrà capita l'evoluzione delle varianti".

"I bambini portano i contagi con le nuove varianti e dunque è meglio obbligare la mascherina anche per loro? Non lo so, a primavera la situazione era diversa, con le scuole chiuse, non potevamo comunque testare i bambini perché mancavano test. È tutto diverso. Quindi, non so rispondere".

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