CORONAVIRUS
"A Capodanno ristoranti aperti sino all'una di notte. Per le stazioni sciistiche ci saranno delle limitazioni"
In conferenza stampa si è presentato un Alain Berset preoccupato per un nuovo aumento che coinvolge soprattutto alcuni Cantoni. "Li esortiamo a agire subito e a adottare provvedimenti più severi se la situazione peggiora"

BERNA - Attesa conferenza stampa di Alain Berset, che vede una situazione che lo preoccupa. C'è stato un dimezzamento dei casi ogni 16/17 giorni, ma negli ultimi giorni c'è stato un peggioramento che mette in ansia il Governo, che prende dunque delle misure.

"Siamo arrivati a un punto dove le cose potrebbero subire un'impennata. Siamo vicini alle feste, dove si vanno a fare gli acquisti: è una situazione pericolosa. In alcuni cantoni vediamo una forte diminuzione, grazie a misure incisive, però purtroppo ne vediamo altri dove c'è un aumento, soprattutto in Svizzera tedesca. Siamo ancora vicini a una crescita esponenziale e non possiamo accettarlo, per questo abbiamo deciso che nei prossimi giorni ci metteremo in contatto con i Cantoni più toccato per capire quali misure prevedono: vogliamo che siano rigorose, sappiamo cosa funziona e cosa no. Non dobbiamo far deragliare la situazione, avere una seconda ondata che continua o arrivare a una terza. So che non è semplice, serve ragionevolezza da parte di tutti".

"Il Consiglio Federale è preoccupato per questa evoluzione. Esorta perciò i Cantoni ad agire subito e ad adottare provvedimenti più severi se la situazione dovesse peggiorare o attestarsi a un livello critico. I criteri per valutare l'andamento epidemiologico sono costituiti, tra l'altro, dal numero delle infezioni, dal numero di riproduzione, dal numero di ricoveri in ospedale e dall'incidenza. Il Consiglio federale è convinto che soltanto intervenendo rapidamente è possibile evitare di dover adottare provvedimenti più restrittivi. Nella sua seduta straordinaria dell'8 dicembre procederà a una valutazione intermedia della situazione e l'11 dicembre deciderà se rafforzare i provvedimenti nel caso in cui i Cantoni non avessero nel frattempo preso le misure necessarie".

"Nel periodo degli acquisti natalizi, per proteggere ancora più efficacemente le persone, il numero di clienti presenti contemporaneamente in un negozio viene ridotto. Dal 9 dicembre e fino a nuovo avviso, la capienza degli esercizi commerciali è ulteriormente limitata: nei negozi di dimensioni più grandi, la superficie minima per persona passa dagli attuali quattro a dieci metri quadrati. Con questo provvedimento s'intende incentivare la popolazione a pianificare in modo più strategico quando fare gli acquisti".

"Per quanto concerne il Capodanno, ci sono delle misure per i ristoranti. In tutta la Svizzera diventerà obbligatorio, com'è già il caso in diversi Cantoni, registrare i dati di contatto di un ospite per tavolo. Nella notte di San Silvestro, inoltre, gli esercizi pubblici non dovranno chiudere alle 23, ma potranno rimanere aperti, a titolo eccezionale, sino all'una del mattino. Lo scopo di questo provvedimento è di ridurre i rischi connessi a incontri spontanei in ambito privato. La pratica del canto è vietata al di fuori della cerchia familiare e della scuola dell'obbligo, sia all'aperto sia nei locali chiusi. Il divieto si applica non soltanto ai cori, ma anche al canto in comune durante i servizi religiosi o nel quadro di determinate usanze di Capodanno".

"E per gli incontri privati, nelle case e nei ristoranti, raccomandiamo vivamente di limitare a due nuclei familiari, in modo da ridurre il più possibile i contatti fra le persone. Il limite delle dieci persone è mantenuto"

"Per ridurre ulteriormente il numero di contatti e i flussi di persone va inoltre attuata in modo sistematico la raccomandazione sul telelavoro. Il Consiglio federale esorta nuovamente i datori di lavoro a permettere, nel limite del possibile, ai lavoratori di lavorare da casa. I lavoratori devono essere il più possibile agevolati nel ridurre al minimo i loro contatti interpersonali a ridosso dei giorni festivi. Questa misura è tanto più opportuna quanto più dovessero essere previsti incontri con persone a  rischii".

"Per noi le stazioni invernali non sono il tema di discussione principale. La pandemia si sta aggravando in modo importante ed è questo che ci sta a cuore, anche se capiamo che alcuni settori siano particolarmente colpiti. Per non mettere a rischio una situazione finanziaria fragile bisognerà evitare che ci sia una deriva che ci porti a una situazione fuori controllo a gennaio. Ciò che si decide o non si decide ora avrà ripercussioni sul Natale, a gennaio, a fine mese".

"La strada che abbiamo scelto vuole evitare chiusure sistematiche, non vuole chiudere la gente la casa, evitare il lockdown, ma si può fare solo se reagiamo per tempo". 

"Tornando allo sci: nei paesi che ci circondano sono state prese misure diverse rispetto alla Svizzera. Noi abbiamo scelto un inasprimento delle condizioni, che già fanno parte dei piani di protezione. Ci vorrà un'autorizzazioni data dai Cantoni. Fissiamo a 2/3 il numero di posti massimi negli impianti di risalita chiusi. Vogliamo avere un monitoraggio preciso, per cui le autorizzazioni devono poter essere revocate se i piani di azione non sono rispettati alla lettera. Le stazioni invernali aperte devono depositare la richiesta e i piani vanno attuati fino a Natale".

"In tutti gli impianti di risalita, anche sulle sciovie e seggiovie, vige l'obbligo della mascherina. Nelle file di attesa deve essere portata la mascherina e rispettata la distanza obbligatoria. Gli ospiti di strutture della ristorazione nei comprensori sciistici possono essere ammessi nei locali chiusi soltanto se è disponibile un tavolo per loro. Ai locali chiusi e alle terrazze continuano ad applicarsi le seguenti regole: cibi e bevande possono essere consumati soltanto stando seduti e a un tavolo sono ammesse non più di quattro persone, fatta eccezione per i genitori con figli".

"I Cantoni sono tenuti a controllare il rispetto delle regole: se riscontrano problemi di rilievo, devono ingiungere ai gestori dei comprensori sciistici di porvi rimedio e, se le irregolarità persistono, revocare loro l'autorizzazione. I Cantoni devono inoltre riferire alla Confederazione sul numero di controlli effettuati, di ingiunzioni emesse e di autorizzazioni revocate e sul grado di occupazione degli ospedali".

"Auspico che chi ha sintomi, anche leggeri, vada a farsi testare". 

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