CORONAVIRUS
GastroTicino a Gobbi: "Intervenite per aumentare la percentuale di indennizzi versata attraverso i casi di rigore"
Il 10% non basta più, fa notare l'organizzazione. Che cita la situazione disperata dei locali notturni, chiusi da 13 mesi, e le difficoltà di ristoranti e bar in zone periferiche, con terrazze troppo piccole per essere aperte con il distanziamento
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BELLINZONA - GastroTicino scrive a Norman Gobbi, dopo aver saputo che sino al 26 maggio non ci saranno altri allentamenti. Chiede un rafforzamento degli aiuti Covid, per evitare quella che definisce una "catastrofe annunciata".

Ecco il testo integrale, firmato da Massimo Suter e Gabriele Beltrami:

"Onorevole Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, Lodevole Consiglio di Stato,

ci permettiamo scrivere questa lettera dopo aver preso conoscenza della decisione adottata dal Consiglio federale il 21 aprile sulla prossima apertura delle sale interne dei ristoranti forse prevista solo per il 26 maggio 2021. Ancora una volta è una decisione che non fa che aggravare in modo ulteriore e drammatico la situazione di un settore già messo in ginocchio dalle prolungate chiusure del 2020 e 2021.

Ci riferiamo in particolare a quei locali di montagna, di collina o di periferia che per ragioni non solo climatiche non possono aprire a breve le terrazze. Oppure a quei locali che, complici anche le misure di distanziamento sociale, hanno terrazze di così ridotte dimensioni da non giustificare l'apertura per l'impossibilità di coprire i costi. A questi si aggiungano soprattutto i locali che non dispongono di terrazze e che, al di là di promesse e speranze, rimangono ancora chiusi. 

L’ipotizzata riapertura al 26 maggio significa, specie per le tipologie di locali di cui sopra, tenere chiusi i ristoranti per un ulteriore periodo di tempo che in totale raggiunge quasi i 6 mesi. Poche imprese del nostro settore possono riuscire a sopportare una così lunga chiusura.

Questo devastante lock-down, rischia di acuire una crisi che già fa paventare un'ondata di chiusure e licenziamenti.

Con la premessa che abbiamo sempre rispettato le regole atte a limitare la diffusione del virus, per tentare di evitare una “catastrofe annunciata” della ristorazione e albergheria, provocata da decisioni delle autorità federali incomprensibili e totalmente slegate da evidenze scientifiche chiediamo al Consiglio di Stato di intervenire a livello cantonale e federale affinché sia ripensata e ricalcolata la percentuale di indennizzi versati attraverso i casi di rigore; attualmente tale percentuale è fissata al 10% ma non è più sufficiente per salvare gli imprenditori e le aziende del settore, pilastro economico e sociale del Paese, i posti di lavoro e il futuro di centinaia di famiglie.

Facciamo altresì notare la situazione sempre più disperata delle discoteche e dei locali notturni, che sono chiusi da 13 mesi; anche per queste categorie la percentuale del 10% per i casi di rigore, appare oggi del tutto inadeguata.

Certi della vostra comprensione e del vostro sostegno, ringraziando per l'ottimo rapporto avuto finora con la nostra categoria e rimanendo a disposizione per ulteriori informazioni, ringraziamo per l’attenzione in attesa di un vostro cortese riscontro".

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