CORONAVIRUS
Lotta al Covid, le proposte dell'MPS: test a tappeto, booster e "reddito di pandemia"
"È necessario un rafforzato intervento del Cantone, test nelle scuole e nell'Amministrazione"

BELLINZONA - Il Movimento per il socialismo (MPS) esprime preoccupazione per lo sviluppo della situazione pandemica e per – si legge in una nota della forza politica – “l’immobilismo che caratterizza l’atteggiamento del governo e delle autorità sanitarie cantonali (in linea d’altronde con quello dell’autorità federale). I Cantoni, dopo le decisioni – da tutti ritenute “blande” – da parte del Consiglio Federale, hanno la possibilità di introdurre ulteriori misure per contenere lo sviluppo della pandemia e cercare di spezzare la diffusione del virus. È questo l’obiettivo che ci si deve porre”.

La scuola, scrive l’MPS, “continua ad essere luogo di diffusione del virus, in particolare nelle sezioni di scuola comunale: l’ultimo dato (60 sezioni in quarantena) è una ulteriore dimostrazione della circolazione del virus. Alla quale non si risponde certo nascondendo sotto il tappeto il problema: sembrano servire proprio a questo l’allentamento dei nuovi criteri fissati per decidere la messa in quarantena di una classe (finora molto più severi).

Non solo nella scuola, ma anche in altri settori appare necessario, proprio utilizzando la facoltà concessa ai Cantoni, di prendere – con celerità – altre misure”.

 

Tra le proposte avanzate dall’MPS spicca quella di un “reddito di pandemia”. Ma andiamo con ordine, elencando i punti della nota stampa. In primo luogo  “il Cantone deve intensificare la campagna vaccinale, riprendendo quelle modalità sperimentate con successo nel mese di settembre, troppo in fretta abbandonate. Pensiamo alle strutture mobili di vaccinazione che potrebbero essere nuovamente piazzate in luoghi di grande frequenza (scuole, aziende, centri commerciali) a sostegno della vaccinazione.

Oltre al lavoro di mobilitazione per indurre nuove persone a vaccinarsi, dovrà essere continuata l’azione di sostegno alla vaccinazione di richiamo, se necessario con maggiori investimenti e messa a disposizione di materiale e personale, pensando anche a misure per favorire il richiamo delle categorie professionali a rischio”.

 

Il Cantone, prosegue la nota, “può e deve introdurre ulteriori misure, mettendo a disposizione mezzi e personale.

 

1.    Introdurre una politica di test salivali sistematici e gratuiti nelle scuole per garantire un rapido depistaggio dei casi. Tutto il mondo scientifico sostiene la validità e l’importanza dei test sistematici nelle scuole e ad oggi mal si comprende l’ostinazione con cui il governo rifiuta di entrare nel merito di questa misura. Inoltre dovrebbero essere pensate con urgenza, soluzioni per diminuire il numero di allievi per classe e garantire il distanziamento; infine è urgente offrire servizi alle famiglie per la gestione delle le quarantene.

2.    Introdurre una politica di test sistematica e gratuita all’interno dell’amministrazione cantonale e delle amministrazioni pubbliche, oltre a facilitare il telelavoro;

3.    Decretare l’obbligo per le aziende di introdurre una politica di test sistematici e gratuiti per i propri dipendenti, di rispettare le misure di sicurezza (distanze, misure igieniche, porto della mascherina), sia in luoghi chiusi che in attività all’aperto (ad esempio sui cantieri);

4.    Istituire, all’interno dell’Ispettorato del lavoro, un gruppo di intervento che abbia come obiettivo prioritario di raccogliere le informazioni relative al rispetto delle misure di sicurezza e protezione sui luoghi di lavoro, anche attraverso l’istituzione di un numero verde. Questo gruppo di intervento dovrebbe svolgere controlli per verificare il rispetto delle norme di protezione e sicurezza.

5.    Introdurre un reddito di pandemia che permetta a tutti coloro che subiscono una perdita salariale e reddituale (che altre assicurazioni sociali non coprono o coprono parzialmente): sempre più persone (come hanno confermato discussioni parlamentari e testimonianze di responsabili cantonali di recente) migliaia di persone restano escluse da qualsiasi forma di protezione di salario e reddito”.

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