I due candidati agli Stati dei partiti di centro firmano un articolo a quattro mani: "Adesso è il momento giusto per farla, dopo sarà troppo tardi"
BELLINZONA - “La congiunzione tra PLR e PPD s’ha da fare”. A caldeggiare l’alleanza elettorale tra i due partiti di centro, sono oggi due pesi massimi dei partiti di centro, Filippo Lombardi e Giovanni Merlini, già in formato ticket. I candidati al Consiglio degli Stati di PLR e PPD hanno infatti firmato un articolo a quattro mani pubblicato stamani dal Corriere del Ticino. Un segnalo politico forte e chiaro insomma, indirizzato alla base dei rispettivi elettorati.
Merlini e Lombardi, in premessa, precisano il perimetro del patto elettorale: “Non si parla né di una lista unica PLR-PPD, né di fusione e tantomeno dell’abbandono dei rispettivi principi e valori. Il richiamo a parenti che si rivolterebbero nella tomba ci sembra un po’ esagerato; anzi, alcuni di loro potrebbero sussurrarci che è giunta l’ora di superare certi retaggi della storia ticinese. (…) Oggi le sfide sono diverse e affrontarle con lo specchietto retrovisore non è per forza la strategia migliore”.
Quindi i due candidati alla Camera alta tracciano le linee guida politiche della possibile intesa: “A Bellinzona bisogna ritrovare una governabilità logorata e adeguare le politiche fiscali, scolastiche e sociali alle nuove sfide, tra cui quella della digitalizzazione. (…) A Berna bisogna lavorare insieme per far vincere il Ticino e completare le riforme di cui anche la Svizzera necessita. Pensiamo allo sviluppo sostenibile dell’economia, delle infrastrutture e del territorio, ai costi della salute e al sistema pensionistico che scricchiola parecchio. (…) .All’estero bisogna battersi intelligentemente e senza paure per far rispettare una Svizzera aperta ma sovrana, difendendo i nostri interessi in un’Europa e in un mondo che non fanno regali a nessuno. Tanto l’isolamento politico-economico quanto l’integrazione in strutture sovrannazionali che ridurrebbero la nostra sovranità e democrazia diretta sono ricette indigeste agli svizzeri e incompatibili con la nostra tradizione”.
“Di fronte a queste sfide - affondano il colpo Merlini e Lombardi - non convincono le risposte di una sinistra oggi elettoralmente unita ma storicamente disarticolata al suo interno, sia dal profilo ideologico sia da quello dell’operatività politica. Non convincono nemmeno le proposte avanzate dalle due forze di destra, unite solo sul tema dell’immigrazione e del sovranismo, ma agli antipodi sulle politiche economiche e sociali”.
“Per far progredire il Ticino e la Svizzera - concludono i due esponenti di PLR e PPD - occorre rafforzare il centro. Non è un’area politica senza profilo, bensì un polo trainante che deve ulteriormente svilupparsi per riuscire a prevalere sulla politica dell’isteria e dello statalismo. Il nostro sistema-Paese soffre dei freni a mano sempre tirati. Va quindi favorita una più organica collaborazione che coinvolge in primis i due partiti storici – PLR e PPD – ma che si può estendere ad altre formazioni di centro, come i Verdi liberali, capaci di integrare i bisogni dell’uomo con quelli dell’ambiente. (…) Se vogliamo far vincere il Ticino e la Svizzera, una più intensa collaborazione al centro si impone. Adesso è il momento giusto per farlo, dopo sarà troppo tardi”.