"La congiunzione PPD-PLR offre un metodo per trovare soluzioni concrete ed equilibrate per rispondere all'evoluzione della società e ai suoi nuovi bisogni"
Di Chiara Simoneschi-Cortesi, Gianfranco Cotti, Renzo Respini
I deputati agli Stati rappresentano a Berna l’intero Cantone. Questo ha spesso indotto i candidati del PLR e del PPD agli Stati ad affrontare l’elezione con “intenti congiunti”, una scelta sempre premiata dall’elettorato, con l’eccezione del quadriennio 1991-1995. Ma nel 1995 gli equilibri pre-1991 si riconfermarono grazie agli intenti congiunti dei due candidati agli Stati Dick Marty e Renzo Respini. Da allora, nonostante candidature di valore degli altri schieramenti politici, i candidati agli Stati PLR e PPD sono sempre stati riconfermati.
La singolarità di quest’anno sta nel fatto che stavolta gli “intenti congiunti” non sono stati espressi solo dai candidati agli Stati, bensì dai loro partiti di appartenenza. PLR, PPD e Verdi liberali – pur non specificando per ora obiettivi programmatici comuni – hanno congiunto le liste al Nazionale per segnalare la loro appartenenza a una comune area politica di Centro con una medesima comprensione della cosa pubblica.
Analoghe operazioni vi sono state anche tra altre forze politiche (la zurigocentrica UDC con la sovranista Lega, i Verdi, visionari e innovativi con la tradizionale e talvolta conservatrice sinistra), senza suscitare commenti. Solo la congiunzione di centro ha raccolto critiche non sempre facili da comprendere, se si pensa al pubblico interesse. Eppure, malgrado i dubbi iniziali, la congiunzione di centro è stata per finire apprezzata dall’elettorato che, in un contesto oggettivamente difficile, ha confermato i quattro seggi dei due partiti storici in Consiglio nazionale.
Ciò perché questa congiunzione non è assolutamente “atipica”, bensì espressione di comuni intenti tra le forze del centro che già lavorano assieme più di quanto si voglia far credere, non solo nella società civile, ma soprattutto nei consessi istituzionali come il Consiglio di Stato, il Gran Consiglio, i Municipi e i Consigli comunali. Chiunque segue un po’ la politica di casa nostra sa che la politica comune spesso portata avanti dal PPD, dal PLR e dai Verdi liberali non esprime una “congiunzione contro natura” bensì offre un metodo per trovare soluzioni concrete ed equilibrate per rispondere all’evoluzione della società e ai suoi nuovi bisogni.
L’elezione di ballottaggio di domenica 17 novembre – se premierà questo primo formale passo dei Comitati del PLR, del PPD e dei Verdi liberali – rappresenterà un’opportunità di cambiamento anche in Ticino: un rafforzamento della collaborazione (non la fusione!) tra i partiti del centro che comprenda anche una nuova e comune dinamica progettuale e operativa.
Il nostro Paese è un delicato organismo istituzionale che va costantemente riformato (Helvetia semper reformanda) e mai rivoluzionato! A chi trova che i partiti di centro PLR e PPD si siano appiattiti su una visione meccanicistica della politica, va ricordato che grazie (anche) a questi partiti la Svizzera è uno Stato di diritto e un Paese di successo, con una economia forte e socialmente responsabile, con un sistema sociale capace di innovarsi e sempre attento alle frange più deboli. È una nazione attenta alle relazioni internazionali e attiva nella cooperazione e nell’aiuto allo sviluppo; è un sistema politico che è stato capace di costruire una legislazione ambientale, quando il tema non era ancora di moda.
Solo un centro forte e unito può creare il consenso che permetta di realizzare progetti e visioni di una Politica che assume fino in fondo il suo ruolo. Per contro le velleità di rafforzare la destra o la sinistra a scapito del centro in un sistema di democrazia diretta, è illusorio e destinato a portare al blocco politico nelle votazioni popolari.
Per questo e pensando alla valenza nazionale e anche cantonale della elezione di ballottaggio del 17 novembre prossimo riteniamo importante che il Ticino possa inviare a Berna Filippo Lombardi e Giovanni Merlini, votandoli con convinzione.
Ciò permetterà al Cantone di essere rappresentato agli Stati dalla voce autorevole di due deputati ticinesi equilibrati e rispettati in tutti gli schieramenti, capaci di lavorare insieme e ottenere risultati importanti per gli interessi prioritari del Cantone.