La candidata al Consiglio degli Stati e al Nazionale: "Le misure previste dal Cantone devono venir applicate, ma non sono sufficienti..."
* Di Marina Carobbio
Sabato scorso 100'000 persone sono scese in piazza per manifestare a favore di una politica climatica più incisiva, che protegga il nostro ambiente, la nostra salute e le future generazioni. Merito di questo successo enorme è dei giovani che sono riusciti a catalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica su questo tema fondamentale e a fare pressione sulla politica affinché agisca.
Assieme agli altri rappresentanti dell'area rosso-verde in Parlamento, mi impegno da tempo affinché vengano adottate misure efficaci in ambito ambientale. Purtroppo la maggior parte di queste proposte viene respinta dalla maggioranza di centro-destra, che però all'improvviso sotto le elezioni si dichiara ambientalista. Il bilancio ecorating per la 50esima legislatura lo conferma: il mio comportamento di voto è al 100% ecologista, mentre la restante deputazione ticinese non supera neppure il 50%. Il bilancio ecorating è quello che analizza se i singoli deputati hanno espresso nelle votazioni rilevanti su questo tema una posizione a favore dell’ambiente.
Se vogliamo fare finalmente dei passi avanti in ambito ambientale occorre cambiare gli equilibri a Berna e rafforzare l'area rosso-verde in entrambe le camere. È fondamentale che la politica prenda sul serio l’emergenza climatica introducendo misure più incisive per ridurre le emissioni di CO2, perché non è solo una questione di salvaguardia della biodiversità e del territorio, ma anche di protezione della nostra salute. Come medico osservo le conseguenze dell’inquinamento e della bassa qualità dell’aria, che si manifestano in particolare sull’apparato cardiovascolare e sulle malattie tumorali. Conseguenze ormai comprovate da centinaia di pubblicazioni scientifiche legate alle grandi vie di traffico, che indicano come l'inquinamento atmosferico sia la principale causa ambientale di morte prematura.
In Ticino, in particolare nel Mendrisiotto, viviamo questa problematica sulla nostra pelle: deteniamo ormai da molti anni il triste primato d’inquinamento dell’aria, in particolare per quanto riguarda le polveri sottili in inverno e l’ozono in estate, ciò che rende quasi costante, nel corso dell’anno, il superamento delle soglie massime di inquinamento fissate dalle diverse Ordinanze.
Il Cantone Ticino ha di conseguenza varato un piano con provvedimenti d’urgenza in caso d’inquinamento acuto. Misure che vanno dalle raccomandazioni per limitare l’utilizzo dei mezzi motorizzati privati fino ai provvedimenti obbligatori come il divieto assoluto di circolazione sulle strade cantonali e comunali all'interno delle aree interessate per automobili e autofurgoni diesel EURO 3 e inferiori passando dalla limitazione della velocità a 80 km/h sulle autostrade e dalla gratuità dei mezzi pubblici. Con un atto parlamentare tutt’ora pendente ho chiesto misure più incisive quando i valori di inquinanti atmosferici superano i limiti stabiliti, quali il divieto di trasporto di determinate merci con veicoli pesanti e il blocco degli automezzi particolarmente inquinanti su determinati tratti autostradali. Il Tirolo, riconoscendo un problema di salute pubblica, ha già adottato restrizioni simili su alcuni tratti autostradali.
Misure, quelle previste dal Canton Ticino, sicuramente importanti che devono venir applicate, ma che non sono sufficienti: non basta agire quando si superano i limiti consentiti, ma bisogna evitare che ciò avvenga con delle misure a medio termine. Bisogna favorire le energie rinnovabili, garantire un sistema di trasporti pubblici capillare e a prezzi accessibili, promuovere un’agricoltura sostenibile e biologica, trasferire le merci su rotaia come lo chiede l’Iniziativa delle Alpi, completare AlpTransit a sud di Lugano e vietare gli investimenti di soldi pubblici in energie sporche. Misure necessarie che occorre implementare con urgenza e determinazione, come auspicano giustamente i giovani preoccupati per il loro futuro.
* candidata al Consiglio degli Stati e al Consiglio nazionale