ELEZIONI FEDERALI 2019
Federali, domenica il verdetto: tutte le sfide a sette giorni dal gong!
Ottavo seggio: Romano o Pantani? A sinistra vince Gysin o Cavalli? E tra Ferrara e Farinelli? E per gli Stati....

di Andrea Leoni

Siamo completamente al buio e questo è il primo dato rilevante sulla vigilia di queste elezioni federali. Non c’è uno straccio di sondaggio, a livello cantonale, che possa fornire qualche indizio più concreto sullo stato di salute dei partiti. Non succedeva da anni. Tutti i pronostici sono dunque basati sulle sensazioni, sull’esperienza, sulle interpretazioni delle tendenze svizzere a livello ticinese o sull’onda lunga delle cantonali. Tutti fattori estremamente labili e frutto in buona parte dell’istinto o della fantasia individuale. Non è il Lotto ma quasi.

Per immaginare quel che può accadere domenica bisogna dunque partire dalla carta. Alla griglia di partenza abbiamo tre alleanze - PLR-PPD, PS-Verdi e Sinistra Alternativa e Lega-UDC - che si giocano otto seggi. Per fare un seggio pieno al Nazionale bisogna fare una virgola in più dell’11%. Stando così le cose sappiamo che balla l’ottavo seggio. Una poltrona piena per PLR, PPD, PS, Lega e UDC è scontata, o quasi, sulla base dei dati di quattro anni fa. E siamo a cinque. I liberali radicali dovrebbero conservare anche il secondo seggio, così come è probabile che l’alleanza di sinistra riesca a riconquistare un secondo scranno dopo otto anni con un solo rappresentante. Scranno che potrebbe andare alla lista Verdi e Sinistra Alternativa. Siamo a 7. L’ultima sedia se la giocano la Lega e il PPD. Verosimilmente Marco Romano o Roberta Pantani. E qui la differenza la faranno la forza delle alleanze.

Il risultato della Lega

Particolarmente interessante sarà il risultato della Lega. Il Movimento di via Monte Boglia, quattro anni fa, fece il 21%. Un risultato straordinario per una forza politica che ha sempre fatto fatica in una competizione come le Federali. Basti pensare che nel 2011 fece il 16%. La forchetta è ampissima tra i risultati delle due elezioni ed è difficile immaginare se la pallina, questa volta, cadrà più vicina al 16 o al 21%. O magari proprio in mezzo. Alle elezioni cantonali, per il Legislativo, la Lega ha subito un’importante flessione, lasciando sul campo ben quattro Gran Consiglieri. Inferiore alle attese anche il risultato per il Consiglio di Stato dove, pur conservando i due ministri, la lista unica Lega-UDC si è fermata al 28%. Per centrare l’obbiettivo di conservare tre seggi al Nazionale, leghisti e democentristi dovranno fare meglio, sfondando il muro del 30%.

L'alleanza di centro alla prova degli elettori

Con altrettanto interesse, ovviamente, sarà guardato il risultato dell’alleanza di centro, alla sua prima storica prova elettorale. Sia per quanto riguarda i voti dei singoli partiti - con occhi puntati sui liberali per capire se i mal di pancia interni per la congiunzione si saranno effettivamente tramutati in dissenso - sia per il peso complessivo che saprà raggiungere l’area. Al PPD potrebbe non bastare l’alleanza, la lista dovrà fare un buon risultato anche per evitare la beffa di un terzo seggio PLR, ipotesi comunque sul campo. L’impressione, ma siamo ancora una volta nell'ambito delle speculazioni, è che la partita per l’ottavo seggio sarà serrata e potrebbe giocarsi sui decimali.

Le sfide tra i candidati

Ci sono poi partite nella partita, all’interno delle liste. Due in particolare. Dando per scontata la rielezione dell’uscente Rocco Cattaneo, chi si accaparrerà la poltrona lasciata libera da Giovanni Merlini? Il duello in casa PLR sembra tutto tra Alex Farinelli e Natalia Ferrara. Gara molto interessante anche nell’area rosso verde su chi guadagnerà il gradino più alto del podio sulla lista Verdi-Sinistra Alternativa tra Franco Cavalli e Greta Gysin, staccando virtualmente il biglietto Berna.

La corsa agli Stati

Qui per tradizione, per il peso specifico dei due candidati e per la piega che ha preso la campagna, parlando sempre di percezioni, il tandem Merlini-Lombardi sembra ben messo. Ovviamente c’è grande curiosità per il risultato di Battista Ghiggia, dopo l’affaire frontalieri. In tal senso c’è una corrente di pensiero che ritiene che il candidato leghista possa essere scavalcato da Marco Chiesa. Difficile, considerata la base elettorale di partenza dei due candidati. Vi è infine da testare, nella cornice del maggioritario, il peso dell’area rossoverde con le candidate Carobbio e Gysin.

Viva la riga!

Un ultimo aspetto che caratterizza le elezioni federali sono le rigature, croce dei candidati e delizia degli elettori. In fase di analisi del post voto sarà come sempre interessante andare a scoprire i candidati più rigati, vittime dell'antipatia dei votanti dei partiti e delle alleanze carbonare tra i vari candidati.

Ma fino a domenica siamo completamente al buio. Non resta che attendere che gli elettori ticinesi accendano la luce.

 

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