L'alleanza rossoverde mette in serio pericolo il secondo seggio pipidino o il secondo leghista. E anche per gli Stati sarà battaglia....
Le prossime elezioni federali s’annunciano sin d’ora come una competizione entusiasmante, con in dote il potenziale di ridefinire lo scacchiere politico ticinese e i relativi rapporti di forza. Sarà lotta vera, a differenza delle cantonali, dove l’unico elemento d’incertezza era rappresentato dalla scelta del Consigliere di Stato PPD.
Stavolta, invece, ballano i seggi, elemento indispensabile per scatenare una bagarre elettorale. C’è una poltrona libera agli Stati, quella lasciata da Fabio Abate che ha deciso di non ricandidarsi. E il settimo e l’ottavo seggio al Nazionale se lo giocheranno tre forze politiche: PPD, Lega-UDC e l’area rossoverde.
Alla Camera bassa, infatti, possiamo già dare per assegnati due deputati al PLR, due a Lega-UDC, uno al PPD e uno al PS. Restano due poltrone per tre contendenti. E a rischiare maggiormente sono il secondo pipidino o il secondo leghista (il seggio di Marco Chiesa appare più solido).
Questa dinamica è favorita dall’alleanza rossoverde che, dopo anni di divisioni, si presenta unita dalla sinistra radicale di PC e di Franco Cavalli (Forum Alternativo) fino al PS, passando per i Verdi. Solo l’MPS ha scelto la via solitaria. L’area progressista appare in salute e con le giuste ambizioni, come indica anche la tendenza emersa dalle Cantonali, e sembra avere tutte le carte in regola per raddoppiare la propria presenza nella Deputazione alle Camera, affiancando un collega o una collega all’uscente Marina Carobbio.
Il PS, e i compagni di cordata, si troveranno a fare una campagna esattamente opposta rispetto a quella dello scorso aprile: dalla difesa del seggio all’obbiettivo del raddoppio. Mentre nel ruolo che fu dei socialisti, ritroveremo PPD e Lega, che saranno impegnati nella difesa del fortino.
Non è difficile immaginare che queste due forze politiche incentreranno la propria campagna proprio su questo aspetto, lanciando il classico appello: salviamo il seggio. Un appello che di solito riesce quanto mento a mobilitare il proprio elettorato e a far accorrere qualche samaritano in servizio permanente dall'esterno. Adotteranno, come giusto che sia, la tecnica del piangina. Vedremo chi saprà piangere meglio.
Con questa costellazione il PLR rischia di finire ai margini della contesa. Fortunatamente, per il partito, Giovanni Merlini ha scelto di correre per gli Stati e solo per quelli. Oltre all’obbiettivo di riconfermare la seggiola alla Camera alta, vi è anche un posto libero al Nazionale, accanto all’uscente Rocco Cattaneo, il che innescherà una virtuosa competizione sulla lista per staccare un biglietto per Berna. I pretendenti di livello non mancano: Alex Farinelli, Natalia Ferrara e altri che conosceremo a breve. Sarà una bella gara.
Infine, gli Stati. Il sistema maggioritario con il quale si eleggono i rappresentanti nella Camera dei Cantoni favorisce, qui come altrove, i rappresentanti dei partiti di centro. L’uscente Filippo Lombardi e l’aspirante senatore Merlini, partono dunque con i favori del pronostico. Ma il seggio vacante inserisce comunque un forte elemento d’incertezza. L’alleanza rossoverde schiererà al primo turno Marina Carobbio e Greta Gysin (e chi prenderà più voti sarà la candidata sostenuta da tutta l’area al ballottaggio). Mentre sul fronte della destra sicura la presenza di Marco Chiesa, in attesa che la Lega scelga il suo candidato (Battista Ghiggia non ha ancora sciolto le riserve). Particolarmente delicata, per il Movimento di via Monte Boglia, sarà anche la composizione della lista per il Nazionale. I lavori, affidati a Norman Gobbi, sono appena cominciati.
AELLE