Intervista al parroco di Chiasso dopo la vittoria della statuetta del film "Il caso Spotlight" che narra la storia dell'inchiesta giornalistica del Boston Globe su uno dei più grandi e gravi scandali di pedofilia all'interno della Chiesa
CHIASSO – Ha trionfato alla notte degli Oscar vincendo il premio più ambito: quello del miglior film. "Il caso Spotlight", questo il titolo della pellicola, narra la storia dell'inchiesta giornalistica del Boston Globe su uno dei più grandi e gravi scandali di pedofilia che ha colpito la Chiesa cattolica all'inizio del nuovo millennio.
Il successo del film e il prestigioso riconoscimento conquistato hanno ovviamente riportato alla ribalta la questione degli abusi all'interno del mondo ecclesiale. Un fenomeno che negli ultimi anni è stato affrontato dalle gerarchie vaticane con un cambio di paradigma. Se in passato si cercava di coprire il sacerdote colpevole di questo genere di reati spostandoli da una parrocchia all'altra, oggi vige il principio della "tolleranza zero" con l'obbligo per chi ricopre un ruolo all'interno della Chiesa di denunciare alla magistratura eventuali abusi. Con Don Gianfranco Feliciani abbiamo fatto il punto della situazione.
All'interno della Chiesa è cambiato completamente il clima rispetto ai fatti narrati nel film?
"La Chiesa ha fatto chiarezza partendo da una consapevolezza sempre più evidente anche nel mondo laico, penso ad esempio alla scuola. In passato si riteneva che spostando una persona questa potesse anche cambiare. Era una prassi che oggi non si può che giudicare come ingenua oltre che sbagliata. Il tempo ci ha fatto capire, non solo all'interno della Chiesa, che non è assolutamente questo il rimedio. Certo, purtroppo con il senno di poi…".
La svolta della tolleranza zero è arrivata prima con Papa Ratzinger e poi con Papa Bergoglio che l'ha ulteriormente rafforzata.
"Sì, anche se va fatta una precisazione storica. Ratzinger, come tutti, è figlio del suo tempo e quando ricopriva l'incarico di presidente della Congregazione per la dottrina della fede, aveva impedito ai vescovi locali di agire imponendo di convogliare tutti i casi verso Roma con le evidenti conseguenze in termini di rallentamento ed insabbiamento delle pratiche. Fino al papato di Giovanni Paolo II la prassi era questa. Dopo d'innanzi all'evidenza, quando è diventato Papa, Benedetto XVI ha cambiato completamente strategia. Non per opportunismo ma perché si è convinto che quella era l'unica strada. Una strada proseguita con ancora maggiore severità da Papa Francesco che ha introdotto una punizione per i vescovi che non denunciano".
Gli effetti di queste riforme hanno effettivamente cambiato i comportamenti all'interno della Chiesa?
"Non solo nella Chiesa eravamo in ritardo ma anche nel mondo laico. Io dico sempre: è peggio un padre, un prete o un maestro che commette questi crimini? Sono tutti peggio allo stesso modo! Ma restando alla Chiesa rispondo che là dove c'è la trasparenza non può che esserci stima e una crescita di fiducia. Credo che il problema sia rientrato dopo provvedimenti tanto duri riportando credibilità. Non possiamo dire che tutto sia risolto ma questa posizione chiara nella Chiesa ha portato indubbiamente dei miglioramenti. Ma nella società c'è ancora molto da lavorare…".
Cosa intende?
"È spesso la società che genera i mostri. E nella nostra società c'è un altissimo tasso di sconcezza e di pornografia. Occorrerebbe applicare la tolleranza zero anche a ciò che porta a queste situazioni. È un discorso che ci coinvolge tutti. Ne ho parlato anche ieri nell'ultimo scambio di battute che ho avuto con i miei amici della Lega…Ci siamo incontrati in piazza dopo la messa e ho detto loro: "Abbiate il coraggio di distaccarvi, di prendere le distanze, dal Mattino che oltre ad essere cattivo promuove la prostituzione e la pornografia. Rendetevi credibili!". Questo per dire che non basta uccidere il mostro, bisogna anche togliere la possibilità che si alimenti".
Però non esiste una correlazione tra pornografia, prostituzione e reati pedopornografici, no?
"Io sento quello che mi dicono magistrati e polizia. Quando irrompono nelle case per arrestare chi commette questi reati sono sempre piene di materiale pornografico e pedopornografico. Questo è il foraggio del mostro. Non è un collegamento diretto. Ma di certo tutti i mostri si nutrono di queste cose".
E tanto per non interpretar male il suo pensiero, le i non pensa che esista un legame neanche tra il Mattino e la pedopornografia, giusto?
"No, non esiste questo legame. Ma il Mattino è il settimanale che fa la pubblicita più sconcia a livello di pornografia. A me urta e urta a tanta gente piena di buon senso".