"Non avrei mai pensato che sarei stato trattato da bigotto e fascista solo per avere sostenuto un’idea condivisa da una netta maggioranza della popolazione"
Di Giuseppe Cotti *
In 16 anni di politica sono finito in un certo numero di polemiche, spesso cacciandomici da solo. Non avrei mai pensato, però, che sarei stato trattato da bigotto e fascista solo per avere sostenuto un’idea condivisa da tutti i docenti di biologia, dal Consiglio federale e da una netta maggioranza della popolazione svizzera – l’idea che non esiste un terzo sesso.
Scimmiottando le derive anglosassoni, anche in Svizzera si stanno infatti moltiplicando gli sforzi per escludere dall’arena pubblica chi osa mettersi contro i nuovi dogmi «woke». Per chi osa ripetere semplici verità scientifiche (perché di Verità, con la «V» maiuscola, si tratta) la strategia di scomunica è ben collaudata, e inizia con le accuse di «odio», «violenza» e aggressività» – come se esprimere disaccordo fosse diventato un reato penale.
L’unica consolazione è che qui dove mi trovo, nel gruppo delle «pecore nere», sono in una compagnia ottima e sempre più numerosa. L’ultima campagna di bullismo digitale, in ordine di tempo, è stata lanciata qualche giorno fa per «cancellare» una cantante irlandese, Róisín Murphy. La sua colpa: essersi espressa in pubblico contro i potentissimi farmaci somministrati a migliaia di adolescenti sani, per impedirne l’ingresso nella pubertà. Qualche anno fa, un’identica gogna pubblica era stata montata per screditare J.K. Rowling, l’adorata creatrice di Harry Potter, accusandola del nuovo peccato capitale – la «transfobia».
Il punto è che personaggi di questa dimensione (e ricchezza, nel caso della Rowling) non devono temere granché da questi «shitstorm». Chi li attacca sa benissimo di potere fare loro al massimo la ghilìtiga – ma non fa nulla, perché il vero obiettivo è un altro. Questi estremisti si stanno rivolgendo a tutti noi, persone normali, con un messaggio di intimidazione preventiva: «Se riusciamo a infastidire gente famosa e potente, pensa cosa possiamo fare a uno qualunque come te, alla tua reputazione e alla tua carriera – perciò, è meglio se te ne stai zitto».
Con buona pace dei fanatici, nostrani e internazionali, coloro che difendono il buon senso non vogliono tacere e hanno un messaggio chiaro, che in Ticino è già emerso durante il dibattito sull’Agenda scolastica del Cantone: tenete questa folle ideologia lontana dai nostri bambini. Le persone adulte facciano quel che vogliono del loro corpo, ma smettetela con la propaganda che confonde i minorenni.
Non smetteremo di batterci, perché questa non è una «polemica estiva»: è una tragedia nazionale. Dal 2018, in Svizzera, sono già state praticate decine di doppie mastectomie a bambine sane, alcune delle quali avevano poco più di 10 anni di età. È un atto scellerato che va fermato, e per il quale la Storia del futuro sicuramente ci giudicherà.
Prendete nota: scommetto che qualcuno, in futuro, dovrà fare ammenda per questa vergogna – così come la Chiesa deve giustamente pagare per i gravi abusi dei suoi preti e lo Stato svizzero ha dovuto riparare allo scandalo delle misure coercitive del Novecento.
* candidato Il Centro al Consiglio nazionale