Il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), dopo un consulto con il Sorvegliante dei prezzi, riesaminerà le tariffe del canone radiotelevisivo nel 2020 e in seguito ogni due anni, con l'obiettivo di ridurle ulteriormente
Il nuovo canone radiotelevisivo, accettato dal popolo nel giugno 2015, sarà introdotto il 1° gennaio 2019. A partire da questa data, tutte le economie domestiche svizzere contribuiranno al finanziamento della SSR e delle radio e televisioni regionali: verseranno un franco al giorno, ossia 365 franchi all'anno anziché gli attuali 451 franchi. Le persone che abitano in collettività, ad esempio in una casa per anziani o in una casa per studenti, non dovranno più pagare un canone individuale. In questo caso, il canone complessivo sarà fatturato direttamente all'entità interessata e ammonterà a 730 franchi. Le persone beneficiarie di prestazioni complementari all'AVS/AI continueranno ad essere esentate.
Il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), dopo un consulto con il Sorvegliante dei prezzi, riesaminerà le tariffe del canone radiotelevisivo nel 2020 e in seguito ogni due anni, con l'obiettivo di ridurle ulteriormente.
Tre imprese su quattro sono esonerate
Come annunciato in occasione della votazione sulla legge sulla radiotelevisione (LRTV) nel 2015, saranno esonerate dal canone tutte le imprese con una cifra d'affari annua inferiore a 500'000 franchi. Tre imprese svizzere su quattro non dovranno quindi più pagare il canone. Le imprese la cui cifra d'affari è inferiore a un milione di franchi si vedranno applicare la stessa tariffa delle economie domestiche, ossia 365 franchi all'anno. Alle altre imprese sarà applicata una tariffa progressiva secondo cinque categorie tariffarie: partendo da 910 franchi per le imprese con una cifra d'affari tra uno e cinque milioni, fino a 35'590 franchi se la cifra d'affari raggiunge almeno un miliardo.
Più soldi per le emittenti private e un tetto massimo per la SSR
Dal 2019, la quota annuale del canone versata alla SSR sarà limitata a 1,2 miliardi di franchi all'anno. Fatta salva l'indicizzazione al rincaro, questo importo rimarrà fisso. Aumenteranno invece gli importi destinati alle radio e televisioni private titolari di una concessione con partecipazione al canone. Nel 2019, potranno essere attribuiti 81 milioni di franchi, contro gli attuali 67,5 milioni. Questa cifra rappresenta il 6 per cento del provento totale del canone, ossia il massimo previsto dalla LRTV. Due milioni di franchi all'anno sono inoltre previsti come misura di sostegno all'Agenzia Telegrafica Svizzera (ats). Se il provento del canone dovesse oltrepassare il fabbisogno, a fine anno il surplus sarà versato su un apposito conto la cui eccedenza potrà essere utilizzata dal Consiglio federale per compensare un eventuale futuro abbassamento del provento del canone o per ridurre il prezzo del canone.
Raccomandazioni del Sorvegliante dei prezzi.
Il Consiglio federale approfondirà la questione della riduzione delle riserve di pianificazione già in occasione della valutazione delle tariffe nel 2020, e in seguito ogni due anni. Così facendo dà seguito a una raccomandazione del Sorvegliante dei prezzi. L'esperienza realizzata fino ad allora permetterà di disporre dei primi valori sulla riscossione del nuovo canone radiotelevisivo.
Il limite massimo previsto dal Consiglio federale per la quota di partecipazione al canone destinata alla SSR e alle emittenti locali e regionali è leggermente più elevato di quanto raccomandato da Mister Prezzi (1.281 anziché 1.268 miliardi di franchi). Questo importo risulta da una mozione approvata dal Parlamento (6% per le emittenti radiotelevisive private) e dal Rapporto del Consiglio federale sul servizio pubblico nell'ambito dei media, pubblicato il 17 giugno 2016 (massimale a 1,2 miliardi di franchi per la SSR). Come già spiegato nel suo rapporto, contrariamente al Sorvegliante dei prezzi, il Consiglio federale ritiene necessario adeguare al rincaro la quota di partecipazione al canone della SSR e delle emittenti locali e regionali di servizio pubblico allo scopo di garantire un'esecuzione stabile dei loro mandati.