Il direttore del Corriere del Ticino ci va giù durissimo nella replica al settimanale di informazione della RSI: "Le informazioni incomplete e selettive rischiano di far perdere di vista i fatti. Così come quelle a tesi. O quelle che si limitano ad enfatizzare fatti noti con ricostruzioni cariche di emotività, a tratti romanzate..."
Pontiggia, nel suo fondo pubblicato stamane, fa il punto sullo scandalo. Il direttore del CdT conferma le perplessità espresse dal suo giornale sull’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta e poi attacca sugli ultimi sviluppi partendo da un punto. Questo: lo scandalo Argo1 segnala “fatti gravi, che denotano disfunzioni interne all’amministrazione; responsabilità ed errori politici, sui quali si esprimeranno gli elettori, ma che non hanno, almeno in base agli accertamenti svolti dalla magistratura, rilevanza penale. Non c’è prova insomma di comportamenti corruttivi”
Quindi, l’affondo: “Le polemiche e le immancabili strumentalizzazioni rischiano di far perdere di vista questo punto fondamentale. Così come le informazioni incomplete e selettive. O quelle a tesi. O quelle che si limitano ad enfatizzare fatti noti con ricostruzioni cariche di emotività, a tratti romanzate (e in questa stoccata ogni riferimento a Falò non sembra puramente casuale....ndr.). Alla Argo 1 ne son successe di tutti i colori. È doveroso che tutti questi colori siano messi bene in vista, ma proprio tutti, per quello che sono. La trasparenza va fatta su tutto: non ci possono essere zone occultate. I fatti sono fatti, anche se a volte si incastrano male in certe ricostruzioni”.
“Talune reazioni ai due servizi pubblicati da questo giornale ieri e l’altro ieri - la chiosa durissima di Pontiggia - sono proprio sguaiate. Comprensibile e pacata quella del sindacato Unia, ridicolmente indecenti le altre, soprattutto in quel di Comano. Troppe code di paglia. Noi restiamo ai fatti. Che sono tutti confermati. È ciò che conta”.