Intervista al sindaco di Lugano dopo la maxi rissa con accoltellamento al Quartiere Maghetti che promette misure immediate: "Quando leggo di bande straniere, di regolamenti di conti, di accoltellamenti, e così via, credo che si sia oltrepassato di gran lunga il limite e, di conseguenza, sia necessario un intervento urgente ed energico da parte del Municipio"
“Le indiscrezioni di stampa pubblicate in queste ore - afferma il sindaco di Lugano a Liberatv - sono davvero inquietanti. Quando leggo di bande straniere, di regolamenti di conti, di accoltellamenti, e così via, credo che si sia oltrepassato di gran lunga il limite e, di conseguenza, sia necessario un intervento urgente ed energico da parte del Municipio. È chiaro che Lugano è una città e, come tale, esattamente come avviene nel resto della Svizzera, è più esposta rispetto ai comuni più piccoli a fenomeni di criminalità accentuati. Ma di sicuro non siamo disposti a tollerare la presenza di gang sul nostro territorio o che individuano il nostro territorio come un far west dove consumare le loro vendette, che sia chiaro!”.
Quindi cosa intende fare concretamente?
“Tra ieri e oggi ho ricevuto diverse telefonate da persone che vivono e lavorano al Quartiere Maghetti o nelle zone limitrofe. Segnalo tra l’altro che di recente sono stati fatti importanti investimenti, proprio con l’obbiettivo di ridare vitalità al quartiere e di conseguenza al resto del centro cittadino. Queste persone che mi hanno chiamato sono molto preoccupate e questo solleva due questioni. La prima è che qualcosa non funziona come dovrebbe, la seconda è che noi dobbiamo dimostrare concretamente, e non solo a parole, di stare dalla loro parte. Tornando alla sua domanda per prima cosa, già domattina, intendo invitare a Palazzo Civico gli attori maggiormente toccati dalla vicenda. Voglio ascoltare le loro testimoniante per cominciare a focalizzare alcune misure concrete che si possono attuare da subito. Dopodiché vorrei avere una fotografia di questo sottobosco da parte della polizia ed, eventualmente, del Ministero Pubblico. E poi giovedì concordare con il Municipio un piano d’azione immediato. Il fatto che episodi del genere accadano in pieno centro dimostra anche l’arroganza criminale di certi soggetti. È come se fossero mossi da un senso di impunità. E questo è inaccettabile!”.
Il suo collega, e responsabile del dicastero polizia Michele Bertini, ha dichiarato ai nostri microfoni che il nocciolo del problema sta nelle pene troppo miti per i reati violenti. E ha fatto intendere che l’autorità comunale non ha grandi margini di manovra in materia. Lei cosa ne pensa?
“Posso concordare sul fatto che le pene dovrebbero essere più severe per i reati violenti. Così come sulle critiche riguardo a Schengen espresse dal mio collega Lorenzo Quadri (critiche che del resto la Lega esprime da anni quasi in solitaria). Ma la mia domanda è: in attesa che cambino le leggi, cosa facciamo? Aspettiamo con le mani in mano? I cittadini ci hanno eletto per governare e non per aspettare che altri ci diano gli strumenti per farlo. Chi rappresenta l’ente pubblico non può mai dichiararsi o sentirsi impotente rispetto ai problemi che si presentano. Come sindaco sento la responsabilità di intervenire per cercare di trovare alla svelta le risposte che la cittadinanza ci chiede. Lugano è una città sicura, è sbagliato muoversi nel solco dell’allarmismo, ma se cominciamo a mollare le briglie, accampando scuse o dando la colpa a qualcun altro, allora il rischio che le cose possano sfuggire di mano esiste. Ma non succederà”.
AELLE