Il sanguinoso faccia a faccia tra le gang avvenuto nel pieno centro cittadino, non sembrerebbe affatto frutto del caso. Pare infatti che le due fazioni siano venute appositamente in Ticino per regolare i conti o, comunque, che si cercassero a Lugano sapendo che è una zona frequentata da entrambe
A rivelarli è il Corriere del Ticino che stamane ha fatto il punto sull’inchiesta giudiziaria . Un’indagine che sembra confermare il sospetto che fin da subito in molti avevano avuto. Quello che l’episodio di violenza fosse in realtà un regolamento di conti tra bande di stranieri. E che il centro Città fosse stato scelto come un campo di battaglia neutro per affrontarsi.
Quel weekend, era il 31 ottobre, sia il capo dicastero polizia Michele Bertini, sia il sindaco Marco Borradori intervennero duramente sulla vicenda. E anche il municipale Lorenzo Quadri disse la sua puntando il dito contro Schengen. Analisi diverse ma un comune sentimento di preoccupazione per quanto era avvenuto il 21 di ottobre a Lugano.
Preoccupazione, a questo punto, più che fondate in base alle ultime risultanze. Le persone coinvolte infatti, scrive il Corriere – l’uomo centroamericano che ha utilizzato il coltello (tutt’ora latitante ma identificato grazie alla videosorveglianza) e i quattro feriti di origine albanese (due ventisettenni e un ventitreenne residenti in Italia più un ventiduenne del Medrisiotto) – appartengono a bande rivali basate nel Varesotto. E il sanguinoso faccia a faccia tra le gang avvenuto nel pieno centro cittadino, non sembrerebbe affatto frutto del caso. Pare infatti che le due fazioni siano venute appositamente in Ticino per regolare i conti o, comunque, che si cercassero a Lugano sapendo che è una zona frequentata da entrambe.
A rafforzare questa tesi nelle analisi degli inquirenti c’è il fatto che le due bande ebbero già, un paio di anni fa, uno scontro simile in Ticino. Alla base della rivalità ci sarebbero questioni di droga.
Il Municipio di Lugano, ricordiamo, a seguito degli eventi aveva organizzato un vertice d’urgenza con i rappresentanti del quartiere Maghetti, la polizia cantonale e comunale. Vertice al termine del quale erano state prese in esame un serie di misure poi discusse in una successiva riunione dell’Esecutivo. Provvedimenti che ora stanno per essere attuati.