Argo1, in Parlamento processo al Governo. Primo imputato, Beltraminelli, che risponde punto su punto. Ma dalla sala piovono critiche: "Imbarazz, tramend imbarazz...", "La sagra del pressapochismo..."
I ministri hanno risposto a tre atti parlamentati che chiedevo lumi sui vari aspetti di Argo1. Dalla ormai famosa cena di Bormio, con il relativo incontro tra il presidente del PPD, Fiorenzo Dadò, e la sua compagna, con il direttore della Divisione dell’azione sociale, Renato Bernasconi, alla sospensione dell’agente della Securitas, ex agente di Argo1, definito ‘infiltrato del sindacato UNIA’. Fino alle verifiche sulla rendita di invalidità in Italia di Mario Morini, ex agente di Argo1 indicato come ‘super
foto: TiPress/Samuel Golay
BELLINZONA – Il caso Argo1 è arrivato in Gran Consiglio. I ministri hanno risposto a tre atti parlamentati che chiedevo lumi sui vari aspetti dello scandalo che da mesi infiamma la politica ticinese.
, alla sospensione dell’agente della Securitas, ex agente di Argo1, che il Corriere del Ticino ha definito ‘infiltrato del sindacato UNIA’. Fino alle verifiche sulla rendita di invalidità in Italia di Mario Morini, ex agente di Argo1 indicato come ‘super teste’ del caso.
Un atto parlamentare è stato presentato dal Partito socialista, altri due dal Movimento per il socialismo.
A proposito della sospensione dell’agente ‘infiltrato di UNIA’, il ministro Paolo Beltraminelli ha detto: “Ci sono contatti regolari tra il Dipartimento e l’agenzia di sicurezza (ndr: la Securitas che gestisce il centro per asilanti di Camorino). In questo contesto, dopo l’articolo del Corriere, si è ritenuto opportuno compiere alcune verifiche sulla irreprensibilità del collaboratore, anche alla luce di una fattura su presunte vacanze pagate a funzionari che si è dimostrata infondata”.
Il direttore della Divisione, Bernasconi, ha discusso non la sospensione ma il traferimento dell’agente – ha aggiunto Beltraminelli - e non è più stato messo a conoscenza dei relativi provvedimenti.
“Dopo aver condiviso la necessità delle verifiche – ha detto il ministro - Securitas ha preso la decisione. Io non ero a conoscenza del caso. Non sono intervenuto in nessun modo, la decisione è stata presa autonomamente dal datore di lavoro. Lo scopo primario era la condivisione della misura cautelativa e temporanea al fine di appurare la veridicità delle informazioni pubblicate dalla stampa. Né il Dipartimento né la Divisione hanno fatto pressioni”.
Il ministro Norman Gobbi ha invece risposto sul perché sullo stesso agente siano state effettuate verifiche relative alla sua residenza, essendo titolare di un permesso di dimora: “I media hanno parlato di un potenziale caso di residenza fittizia, che poteve mettere in discussione il permesso di dimora. Le verifiche usuali possono scaturire anche da notizie di stampa, e non è la prima volta che accade. Le decisioni vengono emesse dopo l’accertamento e la concessione agli interessati del diritto di essere sentiti. Ho informato il collega Beltraminelli degli avvenuti controlli da parte di Polizia e Ufficio migrazione solo dopo che sono stati esperiti”.
Beltraminelli ha poi parlato della rendita di invalidità che Morini percepisce in Italia: “Al Dipartimento è arrivata questa informazione. Trattandosi di una verifica che riguarda un cittadino italiano, l’Istituto assicurazioni sociali ha segnalato il caso all’Istituto nazionale italiano, l’Inps. Quando ho ricevuto la risposta dall’Italia l’ha trasmessa al Governo e al procuratore generale Noseda”.
Il presidente del Governo, Manuele Bertoli, ha detto che “questo genere di fughe di notizie si ritrova di quando in quando. Alla base c’è una violazione del dovere di riservatezza, ma paradossalmente se fossimo più ligi a ricordare ogni volta che non bisogna lasciare uscire questo genere di notizie potremmo essere accusati di mancanza di trasparenza. Abbiamo comunque segnalato alla Magistratura la fuga di notizie”.
Ivo Durisch, che aveva presentato l’atto a nome del suo gruppo, si è detto insoddisfatto: “Le risposte mi sembrano molto deboli. Per me restano modi di fare pressioni su persone che hanno denunciato irregolarità nell’ambito del lavoro. Dal profilo politico la strategia è stata completamente sbagliata”.
Rispondendo all’interpellanza del MPS, Beltraminelli ha aggiunto che “quanto riportato dai media sul collaboratore di Securitas ha suscitato preoccupazione da parte dell’agenzia e della Divisione: il trasferimento dell’agente era finalizzato a effetuare verifiche e a garantire tranquillità nella gestione del centro di Camorino”.
Gobbi ha poi risposto sulle autorizzazioni dipartimentali agli agenti e alle agenzie di sicurezza, garantendo che nel caso specifico sono state regolari.
È poi stato affrontato il tema della cena di Bormio, offerta dall’ex titolare di Argo1, Marco Sansonetti, a Dadò e alla sua compagna. In particolare sull’incontro per chiarire il caso avvenuto in giugno di fronte al direttore della Divisione Bernasconi: “Le voci – ha spiegato Beltraminelli - indicavano il pagamento di una vacanza a Carmela Fiorini e Fiorenzo Dadò. Per questo Dadò ha chiesto di partecipare all’incontro, che non era funzionale a decidere eventuali sanzioni nei confronti di Fiorini, ma a chiarire il caso. La signora Fiorini non aveva competenze decisionali legate alla gestione della sicurezza, e alla fine Bernasconi non aveva elementi per dubitare che si fosse trattato di un semplice gesto di cortesia da parte di Sansonetti, e non di una accettazione di doni, cosa del resto confermata dal Ministero pubblico”.
A questo punto Matteo Pronzini, firmatario degli atti per l’MPS, è sbottato: “Da domani farò anch’io come Dadò, entro in un ufficio, metto i piedi sul tavolo e chiedo di parlare con il capo divisione”.
La discussione generale ha visto diversi interventi, tutti molto critici, sul Governo, accettuato quello del capogruppo del PPD, Maurizio Agustoni.
Alex Farinelli, capogruppo del PLR, ha detto: “Sentire dire che le fughe di notizie consentono alla stampa di fare il suo lavoro non è accettabile in quest’aula”.
Il capogruppo dei Verdi, Francesco Maggi, ha chiesto come mai, di fronte al caso Argo1, il Dipartimento non abbia creato una task force per gestirlo.
: “Imbarazz, tremend imbarazz… Se si potesse tagliare uno spezzone del filmato di oggi si avrebbe un esempio rappresentativo del principio sacro della collegialità: ministri che hanno dovuto rispondere ingoiando rospi grandi come bufali. Lo si capiva dai tratti espressivi dei loro volti che non solo c’è imbarazzo, ma che la vicenda non è ancora stata chiarita. Mi attendevo qualcosa in più da un Governo immerso da mesi in questa vicenda”.
E duro è stato il capogruppo leghista Daniele Caverzasio: “È la sagra del pressapochismo, la presenza di un presidente di partito a una riunione tra funzionari è poco opportuna, ma su questo aspetto non si è risposto. Ci rendiamo conto che dovremo mettere l’accento anche sulle responsabilità politiche, che non sono mai state attribuite. Si è parlato di ingenuità, pressapochismo… Ma le risposte di oggi sono assolutamente deludenti e deboli”.
Per la verde Tamara Merlo si è trattato di “una pericolosa gestione della cosa pubblica, come se fosse privata. Auspico che la commissione d’inchiesta riceva la massima collaborazione da Governo e funzionari”.
Il leghista Omar Balli ha detto di avere un sentimento di rassegnazione dopo le risposte del Governo. “Il direttore del Dipartimento, Beltraminelli, non viene informato di queste iniziative, o dell’incontro con Dadò… ma che razza di Dipartimento è? Hanno fatto un errore dietro l’altro. Caro ministro, mi rattrista che lei tenti di difendere l’indifendibile. Un plauso alla celerità sulle verifiche effettuate su Morini, ma anche negli altri casi ci si è mossi con tale celerità?”.
Il capogruppo del PPD, Maurizio Agustoni ha detto: “Salvo la domanda di Caverzasio sull’opportunità che Dadò partecipasse alla riunione, non ci sono state domande complementari: cosa non vi ha convinti in quello che ha risposto il Consiglio di Stato? Venire qui a esprimere una generica sfiducia non mi pare degno di una discussione generale. Se è solo per compiacere la galleria non stiamo facendo il nostro lavoro”.
La deputata del PLR Natalia Ferrara ha espresso delusione: “È vero, ci sono inchieste in corso, e qualcuno cerca la verità, ma altri la nascondono. Non voglio leggere la domenica o sui giornali che cosa è successo. E non posso sentire in questa sala che noi non dovremmo parlare con la stampa e che il capo Divisione e il capo Dipartimento spiegano sulla stampa il caso della mail. Qualcuno ha pensato di fare silenzio? Non si tratta di tagliare la testa a nessuno e nemmeno di sospendere qualche funzionario. Ma nessuno ha ancora chiarito come il caso Argo1 sia stato possibile e perché, e come si potrà evitare che succeda in futuro. Forse e un bel programma sul risamento dell’amministrazione e delle procedure sarebbe utilissimo”.
Il capogruppo de La Destra, l’Udc Gabriele Pinoja ha parlato di “tanta superficialità da parte del Consiglio di Stato intero, soprattutto all’inizio della vicenda. Poi qualcuno si è reso conto che cose stavano diversamente e si è deciso di incaricare un esperto esterno, l’avvocato Marco Bertoli. Poi ci saranno la decisioni della Magistratura e ci sarà la Commissione parlamentare di inchiesta che voteremo oggi”.