Durissimo affondo del vicepresidente del PPD nell'editoriale che uscirà domattina su Popolo e Libertà, dopo il voto contrario in Commissione dei liberali radicali sulla proposta di sospendere preventivamente i permessi di lavoro in presenza di condizioni salariali illegali: "A distanza di alcune ore fatico ancora a comprendere la loro posizione...."
Sospendere preventivamente i permessi di lavoro in presenza di condizioni salariali illegali? La maggioranza della Commissione della Legislazione ha detto SI, con il voto compatto del PPD (Agustoni, Gendotti e Ghisolfi) a sostegno della misura. Per chi come il sottoscritto si trova ad operare al fronte questa richiesta, portata avanti insieme ai colleghi momò Agustoni e Pagani, è da subito sembrata logica e sensata. Ma la politica è una brutta bestia e le proposte logiche non sempre raccolgono il giusto consenso.
A distanza di alcune ore dal voto commissionale fatico ancora a comprendere la posizione dei deputati PLR che, con convinzione, hanno bocciato la nostra proposta proponendone una che definirla annacquata è ancora un complimento. La concretezza dell’azione politica è il saper tramutare in proposte applicabili le problematiche con le quali sono confrontati i nostri cittadini. È proprio per questo motivo che negli ultimi mesi ci siamo battuti per portare in aula la richiesta di bloccare i permessi quando i salari erogati non erano conformi ai CCL decretati d’obbligatorietà generale oppure ai Contratti normali di lavoro.
Ho da sempre ritenuto una follia il fatto che ad un lavoratore, prendiamo come esempio un informatico, venisse rilasciato un permesso di lavoro quando allo sportello dell’ufficio stranieri presentava un contratto di lavoro con una retribuzione inferiore ai 2 mila franchi per un’occupazione a tempo pieno quando secondo il quadro legislativo questa doveva essere ben più alta. Con la decisione della Commissione, che spero trovi l’avallo del Parlamento, la politica potrebbe dare un ulteriore colpo a tutti quegli speculatori che nella lentezza della burocrazia e nel vuoto comunicativo che ancora c’è tra un ente e l’altro, trova nel nostro Cantone terreno fertile per delinquere sulla pelle dei lavoratori.
Una criminalità pericolosa che genera una doppia povertà: da una parte quella dei lavoratori presi per fame che accettano condizioni inaccettabili e dall’altra quella dei numerosi lavoratori residenti che negli anni sono stati sostituiti e che ora si ritrovano a vivere in condizioni minime, magari con il solo sostentamento dell’assistenza sociale.
Il nostro Cantone non è solo grandi imprese o globalisti come sembra invece ritenere il PLR ma è anche migliaia di ticinesi che faticosamente tentano invano di sbarcare il lunario. È a loro che noi vogliamo dare una risposta ed è a loro che il partito di maggioranza relativa in Gran Consiglio, che tra l’altro ha la responsabilità politica dei disoccupati, dovrebbe pensare. Vedremo se durante la prossima tornata parlamentare il partito che con orgoglio mostra sui propri vestiti scintillanti la spilla del Ticino saprà rispondere alle esigenze dei ticinesi con altrettanta fierezza. Non basta una spilla per difendere i ticinesi…
*Vicepresidente PPD