L'allenatrice delle bianconere parla a Liberatv poche ore prima del match contro il Manchester City. "Fino a ieri era un sogno, oggi è la nostra realtà"
LUGANO – Quello di oggi, giovedì 12 settembre 2019, non è stato un giorno come un altro per Stefania Maffioli, allenatrice del Football Lugano Femminile. No, questo è un giovedì di Champions League. Grazie a una stagione scorsa ricca di soddisfazioni, il Lugano Femminile si è guadagnato l'accesso alla competizione europea insieme a colosse del mondo del calcio femminile.
A Cornaredo stasera sbarcherà il Manchester City Femminile, una vera e propria corazzata. Il Lugano cerca l'impresa consapevole dei propri limiti e della forza delle avversarie. Ma nel calcio ogni partita ha la sua storia. E quindi crederci, o almeno provarci, è d'obbligo. Poi, sarà quel che sarà. "Ma comunque vada sarà un successo", dice l'allenatrice bianconera a Liberatv visibilmente emozionata.
"Mi sono svegliata all'alba e il pensiero è andato subito alla sfida di oggi. Fino a ieri era un sogno, oggi è la nostra realtà: poche ore e debutteremo in Champions League. In queste occasioni mille pensieri si accavallano e il senso d'ansia che precede la gara mi accompagna già da qualche giorno. Ma oggi è diverso: oggi è più tangibile e sempre più intenso con il passare dei minuti".
E ancora: "Da giocatrice l'ansia la vivevo come un segnale positivo che presagiva una grande prestazione. Da allenatrice lo soffro un po'. Il timore di capitolare contro un colosso del calcio femminile mi preoccupa. Penso alle mie ragazze e vorrei proteggerle da una possibile e probabile delusione. Ma poi penso ai loro occhi che brillano di gioia e trasmettono entusiasmo. La loro spensieratezza e ingenuità mi rassicura. Spero di ritrovare gli stessi sguardi anche dopo la partita, indipendetemente da quello che sarà il risultato".
"Noi – conclude Maffioli – avremo comunque vinto. Il calcio femminile ticinese avrà comunque vinto. La stampa e le televisioni parlano di noi (la partita sarà trasmessa sulla RSI ndr), la gente ci supporta e ci dimostra affetto. E chissà se, mentre tutto questo accade, qualche bimba chiederà ai genitori di poter iniziare a giocare a calcio".