“Non c’è stato nessun aumento di sparizioni del materiale, come non c’è stato nessun preavviso al personale.” Ma dalle FFS respingono le accuse: “La commissione era informata, normale sensibilizzazione”
BELLINZONA – “Non c’era nessun presupposto che richiedesse un intervento simile, siamo molto arrabbiati”. Parola di operaio delle Officine. Dopo la notizia che abbiamo dato stamattina, relativa alla perquisizione degli operai delle Officine FFS di Bellinzona (leggi articolo correlato), abbiamo raggiunto un altro operaio che ci racconta l’accaduto e si scaglia contro direttore e direzione, rei di metodi “militaristi”. Abbiamo al contempo raggiunto anche la portavoce FFS (con il direttore Felix Hauri non siamo riusciti a parlare ndr), che conferma l’assenza di furti, ma respinge le accuse e parla di “normale controllo di sensibilizzazione”.
Ma iniziamo dalle parole dell’operaio da noi contattato che, per ovvie ragioni, ha chiesto di rimanere anonimo (nome noto alla redazione ndr): “Ieri pomeriggio – racconta il dipendente – ci siamo ritrovati i securitas al di fuori dei cancelli che perquisivano tutti e insistevano anche per voler aprire le borse personali dei dipendenti. Alcuni si sono rifiutati per questioni di privacy. Abbiamo inoltre notato che ai cancelli nord c’era anche un agente di sicurezza che si permetteva di fare perquisizioni corporali a chi non aveva una borsa, un po’ come all’entrata dei concerti e degli stadi, provocando parecchio disagio tra i collaboratori.”
Ma non sono solo gli operai ad essere stati perquisiti, come ci spiega ancora il dipendente: “Hanno perquisito anche gli apprendisti e il responsabile si è molto arrabbiato in quanto anche lui non era stato avvisato. Si è inoltre creato un forte disagio anche tra i collaboratori della Fondazione Diamante, che all’interno si occupano della lavanderia e di altri piccoli lavoretti e per fortuna la responsabile si è occupata di volta in volta di accompagnare fuori questi ragazzi tranquillizzandoli.”
È dunque il disagio, stando al testimone, che l’ha fatta da padrone, anche al rientro al lavoro questa mattina, e le colpe sarebbero da attribuire ai metodi del direttore Hauri: “Sembrava di essere più in un regime militare che in un’azienda. Capisco se l’azione fosse conseguente a delle sparizioni particolari o ad altri fatti, ma in questo caso si tratta solo e soltanto di un intervento voluto dal direttore che ha creato molto sconcerto e ha nuovamente inquinato il clima di fiducia verso la direzione attuale. Senza contare il danno di immagine, con i passanti che vedono le guardie che perquisiscono gli operai ai cancelli. Questa mattina il clima era davvero teso e i collaboratori sono stufi dei metodi di questo direttore.”
“Inoltre – continua l’operaio – la Commissione del personale sta ancora verificando, ma sembrerebbe che per fare una cosa del genere in azienda ci sia l’obbligo di preavvisare i dipendenti tramite affissioni agli albi.”
Ma furti e sparizioni ce ne sono effettivamente stati o no, chiediamo: “Ma no, è chiaro che come qualsiasi grande azienda con 500 dipendenti e con l’andirivieni continuo qualcosa esce, ma stiamo parlando di qualche bullone o cose così. È vero che in passato sono sparite delle piccole saldatrici, ma parliamo di uno o due anni fa, niente che giustifichi dunque l’azione di ieri.”
Infine l’operaio spiega il punto di vista della Commissione del personale: “Dalla Commissione ci hanno anche detto che l’idea era stata avanzata dalla direzione, ma chiaramente ci si aspettava una discussione, visto che la Commissione si era dichiarata contraria, mentre senza dire niente a nessuno il direttore di sua iniziativa ha messo in piedi l’operazione, che va a minare il rapporto di fiducia con i dipendenti.”
La reazione di FFS
Vista l’impossibilità di parlare direttamente con il direttore Felix Hauri, siamo stati indirizzati a Roberta Trevisan, portavoce ufficiale FFS, alla quale abbiamo posto qualche domande e che ci ha spiegato: “Più che una perquisizione è stato un controllo delle borse del personale, si è trattato di un controllo straordinario, ma che rientra nelle misure di sensibilizzazione al personale per ricordare che non si può portare fuori dall’azienda materiale o strumenti FFS per uso personale, senza che vi sia l’approvazione di un superiore oppure contro pagamento di un prezzo.”
Il controllo non è stato dunque fatto a causa dei furti?
“No, assolutamente, si tratta di una misura di sensibilizzazione per proteggere i dipendenti onesti, e per ricordare il regolamento interno.”
Da quanto riferitoci sembrerebbe però che questa operazione abbia creato un forte malcontento tra i dipendenti.
“No, a noi risulta il contrario. Ho avuto modo di parlare oggi con il direttore Felix Hauri e mi ha riferito che diversi dipendenti erano contenti dell’operazione, considerata come giusta per evitare comportamenti scorretti. Il riscontro dei dipendenti è stato dunque positivo. Inoltre la Commissione del personale era stata informata del controllo.”
Però da quel che ci risulta la Commissione era stata informata sull’intenzione, ma si era dichiarata contraria e si aspettava quindi la discussione del tema, ma invece il direttore ha proceduto di propria iniziativa.
“È stata fatta naturalmente senza fare pubblicità su quando sarebbe avvenuta, perché ovviamente altimenti avrebbe poco senso, e il direttore stesso non sapeva quando ci sarebbe stato il controllo. Inoltre è una prassi che viene utilizzata anche in altre aziende. Il controllo è stato inoltre fatto da agenti di sicurezza formati proprio per azioni simili.”
dielle