Dopo la decisione del PG Noseda di procedere contro l’Ente, quest’ultimo ha voluto chiarire alcuni aspetti dei casi di trasmissione di epatite C che coinvolsero quattro pazienti nel 2013, uno dei quali, comunicano, è guarito spontaneamente
BELLINZONA – Si è tenuta questo pomeriggio a Bellinzona la conferenza stampa convocata dall’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) per chiarire alcuni aspetti dei casi di trasmissione di epatite C che coinvolsero quattro pazienti nel 2013. Contagi per cui, nelle scorse settimane, il procuratore generale John Noseda aveva deciso di procedere nei confronti dello stesso EOC, per lesioni colpose gravi e propagazione di malattie dell'uomo per negligenza, visto che le indagini non avevano permesso di risalire all’autore dell’errore.
L’ipotesi più verosimile, ha confermato il responsabile del Servizio malattie infettive dell'EOC Enos Bernasconi ammettendo che l’origine dell’infezione potrebbe essere nosocomiale (“La trasmissione ospedaliera di epatite è piuttosto rara, ma può accadere, anche in ospedali moderni”), è che una manipolazione errata abbia portato alla contaminazione di una sacca di liquido di contrasto utilizzata durante le TAC. “Ma l'Ente non è in grado di risalire esattamente a chi ha eseguito la manovra”.
Aspetto, proprio questo, che secondo il PG è la spia di una “carente organizzazione”. Punto contestato durante la conferenza stampa. L'avvocato dell'EOC, Mattia Tonella, ha infatti ribadito che è impossibile tener traccia di ogni singola azione svolta da ognuno degli operatori sanitari nelle sue mansioni giornaliere.
L’EOC contesta quindi le responsabilità penali a lui addebitate. “La responsabilità penale è personale, non può essere dell'impresa all'interno della quale una persona opera”, ha dichiarato l’avvocato. E per far luce sulle presunte carenze, l’Ente ha quindi chiesto allo stesso Noseda di allestire una perizia giudiziaria sull’organizzazione interna del reparto di radiologia dell'ORL e la gravità delle lesioni.
Contestata anche l’accusa di propagazione di malattie per negligenza e il reato di lesioni colpose gravi. Questo, dal 2013, non viene più riconosciuto dal Tribunale Federale nemmeno per i casi di contagio da HIV visti i progressi compiuti dalla medicina, ha sottolineato ancora l'avvocato.
Sul fronte civile, invece, l’EOC ammette una responsabilità di principio e ha infatti offerto alle persone contagiate “una presa a carico medica secondo gli standard di cura più moderni", ha ricordato Bernasconi. Uno dei pazienti infettati, è stato inoltre aggiunto, è nel frattempo guarito spontaneamente. L’Ente ha poi tenuto a chiarire le “numerose misure prese in seguito al contagio”. Misure che “dimostrano la nostra volontà di evitare la possibilità d'infettare altri pazienti in futuro".