Il direttore di Ticinowine: “Troppo spesso c’è mancanza di sensibilità verso i prodotti locali. E non parlo solo dei vini ma pure di formaggi e salumi”
BALERNA – Si è appena placata la polemica per il vino italiano servito alla festa di Alptransit a Sirigino. Ed ecco che scoppia la bufera sulla scelta dell’azienda che curerà il catering alla maxi festa per l’inaugurazione di Alptransit in agenda il 1° giugno a Pollegio.
A Sigirino il catering era stato assegnato a un’azienda ticinese, che però ha servito vini italiani (sostenendo che gli organizzatori avevano tirato sui prezzi). Ora il problema è diverso: l’Ufficio federale dei trasporti ha dato mandato a un’azienda di catering di Lucerna, tagliando fuori le ditte ticinesi (Leggi qui).
A fine gennaio i vertici di Ticinowine si erano giustamente inalberati per la scelta di vino estero a una festa ufficiale organizzata in Ticino. Ora stanno lavorando per garantire che almeno alla festa di giugno, che sarà molto più importante e attirerà decine di migliaia di persone, il vino servito al portale sud della galleria ferroviaria più lunga del mondo sia ticinese.
Dopo il caso di Sigirino, il presidente dell’associazione dei produttori di vino, Ticinowine appunto, Uberto Valsangiacomo, aveva commentato a caldo: “Siamo diventati una terra di nessuno. Temo che in oltre trent’anni di tentativi di promuovere l’eccellenza del vino ticinese abbiamo sbagliato tutto”. (Leggi qui)
Andrea Conconi, direttore di Ticinowine, è vero come ha detto il suo collega Valsangiacomo che avete sbagliato tutto? Se guardiamo a quanto successo nelle scorse settimane, potrebbe sembrare di sì. Ma la frase di Valsangiacomo era chiaramente ironica e provocatoria. Infatti, l’apprezzamento per i vini ticinesi è molto alto. Magari, invece, non siamo ancora riusciti sufficientemente a valorizzare il Ticino come terra vitivinicola.
Colpa della concorrenza dei vini esteri, quindi, e non della qualità del prodotto locale... Troppo spesso si pensa più al guadagno marginale che non alla qualità. Certo che quanto accaduto ad Alptransit fa male. Sono stati investiti miliardi per la realizzazione della nuova linea ferroviaria e il poco riguardo verso il nostro territorio è una mancanza di rispetto. Il Ticino purtroppo è ancora visto come un cantone “baliaggio”.
Dove sta il problema, dunque? Sta nel fatto che chi fa capo alle aziende di catering delega spesso la scelta dei prodotti alle aziende stesse senza dare direttive precise sulla provenienza dei prodotti. E le aziende, per motivi economici ingiustificati, fanno a volte capo a distributori esteri. Manca a mio parere in troppi casi la professionalità e la passione per i dettagli. E non parlo solo dei vini ma anche dei salumi e dei formaggi, settori di produzione che sono delle eccellenze del nostro territorio. Spesso ci dimentichiamo che l’enogastronomia è al secondo posto tra i motivi per cui i turisti vengono in Ticino.
Che cosa fare quindi per evitare in futuro il ripetersi di queste situazioni? La speranza è che in futuro tra i mandanti e gli organizzatori dei catering ci sia maggiore sensibilità verso i prodotti locali. Ciò andrà a vantaggio di tutte le categorie economiche coinvolte. Come Ticinowine invece dobbiamo lavorare ancora di più sulla promozione e sulla presenza sul territorio. Abbiamo prodotti di altissima qualità. Dobbiamo ancora lavorare sulla visibilità, sul marketing, insomma.