Dopo la tentata rapina di sabato alla sua gioielleria, Alfredo Paganetti passa ai fatti: ora il suo negozio è presidiato da un agente di sicurezza. "Temo che non sia finita qui e che Ascona sia nel mirino di una banda molto organizzata. E vi spiego perchè
Il titolare della Charly Zenger: "Tre settimane fa sono entrati nel mio negozio due uomini dell’est che hanno posto alle commesse domande molto simili a quelle che hanno fatto i due giovani arrestati sabato"
ASCONA – Dopo la tentata rapina di sabato scorso alla sua gioielleria, Alfredo Paganetti, titolare della Charly Zenger di Ascona, ha deciso di passare ai fatti. Ha così ingaggiato un agente di sicurezza che da ieri sorveglia l’entrata del suo negozio di Ascona durante gli orari di apertura. Pagandolo di tasca propria.
Paganetti teme che i tre giovani lituani arrestati in flagrante mentre stavano per compiere il colpo (due erano entrati nel negozio, mentre uno faceva “il palo” all’esterno), facciano parte di una banda vasta e organizzata e teme dunque nuove rapine. Anche in virtù del fatto che circa un mese fa altri malviventi, sempre lituani, hanno preso di mira la gioielleria Hershmann, sul lungolago. E in quel caso il colpo è riuscito e ha fruttato un ingente bottino, preso in consegna da un complice che è riuscito a fuggire.
“Inoltre – rivela Paganetti a liberatv -, tre settimane fa sono entrati nel mio negozio due uomini dell’est che hanno posto alle commesse domande molto simili a quelle che hanno fatto i due giovani arrestati sabato. Non voglio dire di più, visto che ho informato la polizia, ma ho il fondato sospetto che ci sia un collegamento tra quei due e i rapinatori arrestati sabato”.
Le collaboratrici di Paganetti sono preoccupate: la gioielleria Charly Zenger era già stata rapinata tre anni fa, e nel frattempo ci sono stati altri colpi, sempre ad Ascona. “Per questo – spiega il titolare – ho deciso di proteggerle. Recentemente un mio collega di Zugo è stato pestato a sangue durante una rapina. Un altro di Olten ha subito una rapina un paio di mesi fa e le sue commesse non vogliono più lavorare in gioielleria. Sono fatti scioccanti, che ti segnano profondamente quando li subisci. Ecco perché ritengo che chi lavora per me meriti protezione. Un agente di fronte al negozio è un deterrente, anche se il rischio zero non esiste”.
Ora, conclude Paganetti, noi negozianti ci aspettiamo che il Municipio di Ascona faccia qualcosa di concreto: “Penso a più pattuglie di polizia sul territorio, e almeno due agenti in sede sempre pronti a intervenire in modo tempestivo, come è stato il caso di sabato. Il problema tocca anche il turismo: alcuni clienti di una certa età mi hanno confidato che non si sentono più sicuri ad Ascona. È un segnale che l’autorità politica deve cogliere senza indugi”.