Dall'Italia una straordinaria testimonianza rilancia il tema dell'eutanasia. La storia di Fabiano Antoniani, 39 anni, diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente in macchina: "Non ho perso subito la speranza. In questi anni ho provato a curarmi, anche sperimentando nuove terapie. Purtroppo senza risultati. Da allora, mi sento in gabbia. Non sono depresso. Ma non vedo più, e non mi muovo più". GUARDA IL VIDEO
Dj Fabo infatti rivendica il diritto a morire. E lo fa con parole certo segnate da un'enorme sofferenza ma anche da una grande lucidità. Di seguito pubblichiamo per esteso il suo appello sia per iscritto sia in video.
“Signor Presidente della Repubblica,
Sono sempre stato un ragazzo molto vivace. Un po’ ribelle, nella vita ho fatto di tutto: l’assicuratore, il geometra, il broker… Ho lavorato per un team di motard, correvo anche in motocross. Ma la mia passione più grande è sempre stata la musica. Così divento Dj Fabo.
Suonare per gli altri mi faceva felice. Mi permetteva di sognare e dare un tocco magico alla mia vita. Mi trasferisco in India, dove in poco tempo iniziano a chiamarmi ovunque. Lì, ho incontrato persone fantastiche e vissuto momenti indimenticabili. Tutto questo con una persona speciale, Valeria, la mia ragazza. Che ora mi presta la sua voce per rivolgermi a Lei, signor Presidente, perché io faccio molta fatica a parlare.
Il 13 giugno 2014 sono diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente in macchina. Non ho perso subito la speranza però. In questi anni ho provato a curarmi, anche sperimentando nuove terapie. Purtroppo senza risultati. Da allora, mi sento in gabbia. Non sono depresso. Ma non vedo più, e non mi muovo più. Da più 2 anni sono bloccato a letto immerso in una notte senza fine.
Vorrei poter scegliere di morire, senza soffrire. Ma ho scoperto che ho bisogno d’aiuto. L’Associazione Luca Coscioni ha depositato in Parlamento una proposta di legge per legalizzare l'eutanasia. Ma sono passati più di 3 anni, e non è stato deciso ancora niente.
Signor Presidente, sappiamo che non spetta a lei approvare le leggi. Le chiediamo però di intervenire affinché una decisione sia presa. Per lasciare ciascuno libero di scegliere fino alla fine"