Le Processioni storiche secondo Giovanni Jelmini. L'anno scorso fece il "tira ladroni", quest'anno sfilerà nella folla degli ebrei con moglie e figlie: "È un onore partecipare a questo grande evento storico e spirituale"
Intervista all’ex presidente del PPD, che partecipa alla Sacra rappresentazione di Mendrisio dal 2006. Quest’anno farà parte del gruppo degli ebrei, insieme alla moglie Cinza e alle due bambine Ludovica e Martina...
foto: TiPress/Gabriele Putzu
MENDRISIO - Le Processioni Storiche di Mendrisio sono giunte alla 220esima edizione. Un importante traguardo suggellato con l’iscrizione ufficiale alla Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Come sempre, la caccia a un ruolo da figurante alle Processioni del Giovedì e Venerdì Santo, ha riscontrato un forte interesse tra i cittadini, arrivando a toccare quota 700 partecipanti nella sfilata del venerdì.
All’appello non poteva mancare l’ex presidente del PPD Giovanni Jelmini, che dal 2006 – anno del trasferimento a Mendrisio – partecipa attivamente alle Processioni Storiche. Lo scorso anno nel ruolo dei “tira ladroni” – il personaggio che sospingeva a suon di frusta i ladroni lungo il Calvario – e quest’anno nella folla degli ebrei.
Alla manifestazione religiosa, Jelmini parteciperà al giovedì come figurante con l’intera famiglia Jelmini: la moglie di Giovanni, Cinzia e le due figlie Martina (8 anni) e Ludovica (13 anni), mentre in quella del Venerdì Santo l’ex presidente del PPD sfilerà in qualità di presidente della Civica Filarmonica, che accompagna la cerimonia più spirituale e di raccoglimento con il trasporto del Cristo morto.
“Per me – racconta – si tratta di momenti molto emozionanti e coinvolgenti anche per l’opportunità di condividere la partecipazione a un importante evento storico e spirituale con tutta la mia famiglia. Cinzia farà parte delle donne ebree, così come le mie figlie. In passato, invece, le bambine reggevano il manto a Re Erode, mentre mia moglie ha avuto l’onore e la fortuna di rappresentare Maria, la madre di Gesù. Per lei è stato un momento indimenticabile, molto toccante e commovente”.
L’ex presidente del PPD ci tiene molto a trasmettere i valori delle Processioni Storiche alle due figlie. Perchè si tratta di rappresentazioni storiche e spirituali uniche in tutto il Ticino, ma “anche perché – chiarisce Jelmini – sono l’occasione per riscoprire i valori importanti della nostra cultura e tradizione cristiana e per partecipare in un certo senso ai momenti salienti della vita e della passione di Cristo”.
La Sacra rappresentazione che anima le vie dell'antico borgo è figlia di un certosino lavoro di preparazione da parte della macchina organizzatrice. È proprio l’affezionato cittadino a svelarne i retroscena.
“La preparazione inizia tre settimane prima delle Processioni con l’assegnazione dei ruoli e la scelta dei sandali. Dopodiché, la settimana successiva, si procede con la misura e la prova dei costumi. Infine, al Giovedì Santo, una volta indossati i costumi, c’è il momento del trucco dei figuranti. Quest’anno – scherza Jelmini – sono contento di avere la barba; posso infatti evitare la copiosa colla che ti spalmano sul viso per attaccare la barba finta e che, al termine della processione, ti strappano a mò di ceretta”.
La scelta dei protagonisti, solitamente, avviene dopo una serie di valutazioni da parte degli organizzatori, i quali, per i ruoli più ambiti (Gesù Cristo, le Tre Marie, Simone Cerineo, i Ladroni), tendono a cambiare sempre gli interpreti.
“Personalmente – continua Jelmini – non ho mai aspirato a un ruolo particolare. L’importante è partecipare alla Passione di Cristo. Ovviamente ci sono ruoli più impegnativi in cui si fatica di più rispetto ad altri, ma per me conta soprattutto la consapevolezza di aver partecipato a un evento spirituale della nostra storia di tale importanza. Non mi ha mai sfiorato l’idea di rappresentare Gesù Cristo, anche perché non credo di poterlo meritare...”.
La chiacchierata con Giovanni Jelmini gli fa compiere un tuffo nel passato e... un balzo nel futuro. “Ho pensato ai primi anni trascorsi a Mendrisio, quando abitavo nel nucleo e la sera del Venerdì Santo lasciavo le luci di casa spente affinché il nucleo venisse illuminato dalle luce offuscata dei trasparenti. Ora, anche con la presentazione della candidatura all’UNESCO, non posso che essere riconoscente di poter partecipare a questo evento; evento che mi auguro continui a perdurare nel tempo, richiamando più fedeli e pubblico anche fuori dai confini del Mendrisiotto”.
In caso di pioggia, la due giorni di Processioni verrà annullata per non rovinare gli originali costumi e i trasparenti. E allora, viste e considerate le previsioni meteorologiche poco idilliache dei prossimi giorni, non ci resta che rivolgere lo sguardo al cielo e incrociare le dita...