Ai quarti di finale ci va la Svezia, tecnicamente inferiore ai rossocrociati, ma con più determinazione. A noi restano le lacrime e il rammarico per una partita che si doveva fare di più...
SAN PIETROBURGO - L'avventura mondiale della Svizzera di Vladimir Pektovic finisce agli ottavi di finale contro la Svezia. A decidere la sfida e dunque estromettere dalla rassegna iridata i rossocrociati è bastata una deviazione di Akanji su un tiro di Forsberg al 65' che ha lasciato impietrito l'incolpevole Sommer. Eppure, la 'Nati' sembrava possedere le carte in regola per stendere la Svezia, decisamente mediocre tecnicamente e colpevole di essersi mangiata due palle gol clamorose tra il 33' e il 38'.
Al doppio spavento svedese, la Svizzera ha risposto con una potente conclusione di Dzemaili andata a finire di poco sopra la traversa. Con l'inizio del secondo tempo, come spesso accaduto in questi Mondiali, gli elvetici sembravano aver cambiato passo. Ma le avanzate offensive di Shaqiri da una parte e Rodriguez dall'altra sono sempre state respinte dal muro di giganti svedesi, decisamente messi meglio dal punto di vista fisico.
Inutile anche il forcing finale e gli ingressi di Embolo e Seferovic, che hanno sì portato maggiore freschezza e imprevedibilità, ma non sono bastati per infilare la retroguardia della Svezia.
Il discreto cammino della Nazionale si conclude quindi a San Pietroburgo tra lacrime e rammarico. Già, perché così fa male, ma male davvero. Perché la Svezia vista oggi non è sembrata imbattibile, ma senza la giusta determinazione anche le sfide più facili si trasformano in montagne troppo grosse da scalare.